Altre notizie - 18 maggio 2020, 07:00

Seconde case in Francia: quando si potranno riaprire?

Sempre poco chiara la questione delle frontiere, tra fughe in avanti e arroccamenti. Si attende una decisione francese, ma in Italia occorre fare i conti con le Regioni.

A passeggio con la mascherina, foto di Ghjuvan Pasquale

A passeggio con la mascherina, foto di Ghjuvan Pasquale

Seconde case in Francia: quando riapriranno? Christian Estrosi rispondendo ad una precisa domanda di Montecarlonews ha ipotizzato fine maggio, inizio giugno, per il 3 del prossimo mese l’Italia ha annunciato unilateralmente l’apertura delle proprie frontiere, ma la Francia non ha ancora preso una decisione. Si naviga, dunque, ancora nelle nebbie.

La questione delle frontiere e dei rapporti interni alla comunità europea rischia di trasformarsi in un gran pasticcio se non sarà gestita in modo concordato tra gli Stati.

La decisione italiana di riaprire le proprie frontiere il prossimo 3 giugno a tutti i cittadini comunitari ha provocato una reazione stizzita da parte del Ministro dell’Interno francese Christophe Castaner che si è ripromesso di contattare la propria omologa italiana per concordare i successivi passaggi che debbono essere “necessariamente comunitari”.

Del resto, al momento, le frontiere fra i due Paesi non sono formalmente chiuse in quanto il trattato di Schengen non è stato mai sospeso, ma sono limitate, per ragioni sanitarie (da entrambe le parti) al transito ai soli lavoratori transfrontalieri, a chi ha impellenti e gravi ragioni dimostrate e, per quanto concerne l’enclave della Valle Roya, anche a mezzi di soccorso ed a malati con appuntamento in Francia.

Il Principato di Monaco gode (al pari di San Marino per l’Italia) di uno status particolare con la Francia e le frontiere sono aperte ai cittadini monegaschi che desiderano recarsi in Francia.

Il 3 giugno, stando agli annunci italiani, dovrebbero cadere le limitazioni pertanto i cittadini europei potranno accedere in Italia senza particolari difficoltà, ma allo stato non viceversa.

Occorre a questo punto fare riferimento al Trattato Europeo che non prevede competenze comunitarie relativamente alla sanità, che resta esclusiva comptenza degli Stati e le misure di limitazione dei flussi trasfrontalieri sono state adottate proprio per ragioni di salute.

Occorrerà quindi attendere il "via libera" francese per raggungere le seconde case: può darsi che giunga per il 3 giugno o anche più tardi. Per i flussi extra comunitari, ad esempio, la normativa francese ha fissato la scadenza dei blocchi al 18 giugno "salvo proroghe".

Proprio ieri Jean-Baptiste Lemoyne, Segretario di Stato francese, con delega agli affari comunitari e agli esteri, nel corso di un'intervista al Journal du dimanche ha reso noto che occorrerà attendere il 25 maggio per conoscere il piano della ripartenza turistica francese.

Per l'Italia il "pasticcio" non si ferma qui: salute e sanità sono competenze "concorrenti" fra lo Stato centrale e le Regioni a seguito della modifica del Titolo V° della Costituzione.

E' pertanto aperta la questione regioni”, sia per le limitazioni che possono imporre, essendo loro la competenza sulla sanità e la salute, sia per quelle che fossero riconosciute ancora in una condizione di “non sicurezza” relativamente all’epidemia. E’ il caso, al momento di Umbria, Molise e Lombardia che potrebbero vedere i propri cittadini esclusi dall’ingresso in alcune regioni. Tanto per complicare le cose la Sardegna si appresterebbe ad istituire una sorta di passaporto sanitario costituito dalla presentazione di esami sierologici, anche rapidi, al momento non individuati formalmente.

In Francia, invece, permane il divieto di accesso ai cittadini comunitari non in possesso dei requisiti di lavoro o di urgenza.

Diversa la questione spagnola. Lo stato iberico ha riaperto le proprie frontiere, ma ha imposto la quarantena agli stranieri. Pronta, anche in questo caso, la reazione francese che ha imposto il medesimo trattamento ai cittadini spagnoli che varcano le proprie frontiere.

Per quanto concerne i voli, in Francia sembrerebbe che quelli interni riprendano a giugno, quelli con i Paesi comunitari (ma non con tutti) siano destinati a riprendere a luglio, mentre quelli extra comunitari ed intercontinentali non prima del quarto trimestre del 2020.

Anche in questo caso sono allo studio delle misure, al momento non ufficializzate, che prevedrebbero il passaporto sanitario, la misurazione della temperatura all’atterraggio in Francia e l’obbligo delle mascherine.  


 

Beppe Tassone

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