Altre notizie - 30 giugno 2020, 19:00

“Bucare il Confine”, storia e storie tra Ventimiglia e Menton

Un volume, scritto da Gabriele Proglio, che si fa leggere, che è uno studio, ma anche uno spaccato di quanto avviene in uno dei punti più sensibili del continente europeo, dove ragioni e contrasti, speranze e delusioni, giustizia e ingiustizie, leggi e buon senso, diritto nazionale e dichiarazione dei diritti dell’uomo si affrontano quasi quotidianamente in una lotta senza tempo e senza fine

“Bucare il Confine”, storia e storie tra Ventimiglia e Menton

Al fondo, dietro l’ex caserma della polizia di frontiera, ecco Menton: il porto, i palazzi alti, la ricchezza.
E proseguendo a destra vedi un monte prima roccioso e poi verde, diviso in due dal confine. Poco più in là, inizia il sentiero della morte. È stata la via della libertà per migliaia di persone che, negli ultimi due secoli, lo hanno attraversato per raggiungere la Francia in fuga dalle guerre, da instabilità politiche, perché perseguitate in quanto minoranze religiose, o semplicemente perché povere, cercando in un Nord europeo, idealmente luogo della libertà.
Bucare il confine dei diritti e delle possibilità, di ciò che era stato negato ai tanti Sud da cui provenivano”,
questo si legge nella prefazione al volume  “Bucare il Confine” sottotitolo “Storie dalla frontiera di Ventimiglia” appena uscito per le edizioni di Mondadori - Università e scritto da Gabriele Proglio.

L’autore è un albese,  ricercatore di storia contemporanea presso il Centre for Social Studies dell’Università  di Coimbra. Dirige il progetto «Mobility of Memory, Memory of Mobility», finanziato dalla Fundação para a Ciência  e a Tecnologia (2017-2023), finalizzato a studiare il rapporto tra confini, mobilità  e memoria nel Mediterraneo nel XX  e XXI secolo, interrogando le fonti d’archivio e raccogliendo interviste orali di chi tenta di oltrepassare le frontiere in zone diverse dell’area mediterranea (Ceuta e Tangeri; Ventimiglia/Menton; Tunisia; Libia;  Turchia/Grecia, lungo la rotta balcanica).
Ha lavorato all’Università della California, Berkeley, all’Università di Tunisi «El Manar», all’Istituto Universitario Europeo di Fiesole.
È uno storico culturale e si occupa dello studio della memoria dei colonialismi, dei razzismi, di teoria critica. Tra le sue pubblicazioni: Mediterraneo nero. Archivio, memorie, corpi (Manifestolibri, 2019), Libia 1911-1912. Immaginari coloniali e italianità  (Le Monnier, 2016) e Memorie oltre confine.   La letteratura postcoloniale italiana  in prospettiva storica (Ombre corte, 2011).

Un volume che si fa leggere, che è uno studio, ma anche uno spaccato di quanto avviene in uno dei punti più sensibili del continente europeo, dove ragioni e contrasti, speranze e delusioni, giustizia e ingiustizie, leggi e buon senso, diritto nazionale e dichiarazione dei diritti dell’uomo si affrontano quasi quotidianamente in una lotta senza tempo e senza fine.

Bucare il confine, spiega lo stesso autore, è un volume che tenta di proporre una riflessione sul rapporto tra produzione di sapere - nello specifico la costruzione della Storia - e il funzionamento del confine come dispositivo. È un testo di frontiera tra diversi generi narrativi, scritto non solamente per gli addetti ai lavori, ma per tutte e tutti. È, tra le altre cose, anche una storia orale del confine, tra push back e deportazioni, oltrepassamenti, resistenze e solidarietà. Racconta il passo della morte, la stazione ferroviaria, il bar Hobbit, i campi informali, la Val Roja, il movimento no border; ma anche il razzismo, il pregiudizio, la disciminazione di ieri e di oggi; e poi ancora, la solidarietà, l'empatia, il coraggio di sognare e il desiderio di ottenere nuova libertà”.

Il volume, che è reperibile in libreria , può eesere acquistato anche on line in versione cartacea  a 16 euro e digitale a 12,99 euro cliccando qui.



Beppe Tassone

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