Politica - 27 giugno 2021, 07:00

Riflettori puntati sul PACA, cosa c’è “dietro” al voto di oggi

Mai come quest’anno gli occhi sono puntati sulla Provence-Alpes-Côte d'Azur dove si sta giocando una partita dura che è la prova generale delle prossime elezioni presidenziali del prossimo anno

Riflettori puntati sul PACA, cosa c’è “dietro” al voto di oggi

Questa sera si conosceranno i risultati delle elezioni per il rinnovo dei Consigli Regionali e Dipartimentali in corso in tutta la Francia.
Mai come quest’anno gli occhi degli osservatori sono puntati sulla Regione Provence-Alpes-Côte d'Azur nella quale si sta giocando una partita dura che altro non è che la prova generale delle prossime elezioni presidenziali fissate per il mese di aprile del prossimo anno.

Un’elezione combattuta, secondo i sondaggi, all’ultimo voto. La forte astensione, che ha superato il 66% nel primo turno, non consente di lasciarsi andare a previsioni che potrebbero essere smentite proprio dal ritorno alle urne di una parte degli astensionisti.

Il “laboratorio PACA” ha quali protagonisti due personaggi, che più simili non potrebbero essere, ma che sono alla testa di coalizioni che più dissimili non potrebbero essere.
Come spesso accade in politica i candidati “simbolo” sono individuati per “blandire” l’elettorato più indeciso, mentre i “duri e puri” stanno nelle retrovie, pronti poi a menare la danza una volta che il responso delle urne è stato acquisito.

I due candidati che si disputano la Presidenza della Regione sono Thierry Mariani, per il Rassemblement National e  Renaud Muselier, candidato della coalizione di centro destra “senza simboli”.

I due personaggi sono stati entrambi ministri Républicains durante la Presidenza di Nicolas Sarkozy, sono moderati e interpretano un ruolo di cucitura stando bene attenti ad evitare posizioni che potrebbero apparire estremiste.
Alle loro spalle però, si sta giocando una partita diversa, quella che guarda alle Presidenziali e all’individuazione di un candidato in grado di giungere al ballottaggio

Il partito di Marine Le Pen, che in queste consultazioni ha presentato, tutto dove ha potuto, candidati non riconducibili direttamente al periodo passato, trarrà delle utili indicazioni dall’esito delle regionali in Provence-Alpes-Côte d'Azur.

Occorrerà comprendere se “paga” un candidato non etichettato, una sorta di “indipendente di destra” e se questa strategia è in grado di scalfire quella diga antifascista prima e quindi europeista, anti identitaria e anti sovranista che fino ad ora ha consentito in tutte le elezioni, al ballottaggio, di portare alla vittoria candidati non legati al Rassemblement National o alle sue espressioni precedenti.

Anche nell’altro fronte si guarda con ansia all’esito delle regionali nel PACA, dove il candidato è indipendente dai partiti politici, è appoggiato da vari gruppi, senza peraltro utilizzarne i simboli  e con l’appoggio di LREM di Emmanuel Macron.

In questo caso occorrerà capire se una coalizione “civica”, priva della partecipazione in prima persona, con il proprio simbolo, dei Républicains, divisi al proprio interno, ma ancora in grado di incidere sui risultati, possa bissare il successo di Macron, il Presidente “senza partito” quando, nel 2017, venne eletto.

Non a caso si notano defezioni in  entrambe le coalizioni.
I “duri e puri” dell’estrema destra non disdegnano una sconfitta di Mariani per riprendere a “menare le danze”, abbandonare i posti di secondo piano e tornare sotto i riflettori. Gli esponenti della destra dei Républicains faticano a dire a chiare lettere che voteranno per Muselier con la segreta speranza che una sua sconfitta possa riaprire i giochi e dare nuovo impulso al partito.

Alle spalle di tutti, i sindaci, i politici (gli unici) che i sondaggi svelano riscuotere la fiducia di larga parte del corpo elettorale.
Una vittoria di Muselier darebbe forte impulso proprio al movimento dei sindaci e, magari, aprirebbe loro la strada di una candidatura all’Eliseo.
Non vi è solo Macron, infatti, a pensare alla candidatura,  ma altri personaggi guardano alle primarie e tra questi Xavier Bertrand, ora in lizza per il rinnovo del mandato di Presidente della Regione Hauts-de-France e dato per pretendente alla Presidenza  della Repubblica quale rappresentante del movimento dei sindaci.

Non si esclude nemmeno un ticket che comprenda anche il ruolo di inquilino di Palais Matignon, residenza del Primo Ministro: potrebbe essere la volta di un’inquilina.  
Scaldano i motori Ségolène Royal (più volte ministro, gradita a socialisti ed ecologisti), Anne Hidalgo (sindaco di Parigi) e Rachida Dati (già ministro della giustizia). Donne con sensibilità ben diverse, ma fortemente determinate e sicuramente di primo piano.

Fra poche ore le urne del PACA diranno quale dei due gemelli” ex Républicains guiderà la regione, ma, soprattutto, apriranno le danze verso le elezioni presidenziali, di ben altro spessore.


Beppe Tassone

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