Altre notizie - 06 ottobre 2022, 07:00

Costa Azzurra: molti condomìni si apprestano a deliberare lo stop al riscaldamento centralizzato

Un grosso condominio con un centinaio di alloggi, rischia di vedere la fattura del gas salire da 90 mila euro anche ad un milione di euro. Si va verso il riscaldamento individuale alimentato con l’elettricità.

Scorcio di Nizza

Scorcio di Nizza

L’aumento del costo del gas ha scatenato il panico nei condomini della Costa Azzurra dotati di riscaldamento collettivo.
In attesa dei decreti attuativi della norma governativa sul contenimento della fattura del gas, ci si trova di fronte alla tempesta perfetta.

Il costo del gas è aumentato fino a 8 volte e molte società stanno disdettando i contratti e ne propongono di nuovi, ben più salati.
Un grosso condominio con un centinaio di alloggi, rischia di vedere la fattura salire da 90 mila euro anche ad un milione di euro.
Un incremento anche di 600 euro ad alloggio ogni mese: molti non possono permettersi un tale incremento ed allora i consigli sindacali stanno valutando la convocazione delle Assemblee Generali per deliberare di “staccare” il riscaldamento e invitare i residenti al “fai da te”, ovverosia a provvedere a riscaldare gli alloggi con radiatori e climatizzatori alimentati con energia elettrica, molto meno cara.

Un duplice vantaggio: la diminuzione del costo da sostenere e il risparmio totale per chi “chiude casa” durante la stagione invernale: é il caso di molti proprietari di seconde case.
E’ chiaro che il “risultato” non è lo stesso, ma almeno si eviterebbe di dover sostenere costi esorbitanti.

Tentennano gli amministratori dei condomini che temono possano manifestarsi enormi problemi in caso di gran freddo o di problemi nell’erogazione di energia elettrica.
Ma la strada, in molti casi, pare segnata.

Viene scartata l’ipotesi di diminuire la temperatura dell’acqua erogata per risparmiare: in buona parte dei casi, trattandosi di impianti non nuovissimi, la temperatura è unica e questo contrasterebbe con la necessità, per evitare casi di legionella, di rispettare la norma che prevede che l’acqua calda che sgorga dai rubinetti di casa non debba scendere al di sotto dei 70 gradi.

La soluzione potrebbe trovarsi nei decreti attuativi della norma che prevede di contenere gli aumenti del costo del gas al 15%, ma occorre valutare caso per caso e non è detto che tutti rientrino nel “paracadute”.

Di qui la convocazione di molte assemblee generali straordinarie con all’ordine del giorno lo “stop” al riscaldamento centralizzato.
Una scelta “forse” semplice in Costa Azzurra, dove gli inverni sono spesso miti, difficilmente attuabile nell’arrière pays ed in altre aree della Francia.
Lì la situazione pare di difficile soluzione.
   
 



Beppe Tassone

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