Ambiente - 05 novembre 2022, 19:00

Roquebrune Cap Martin: l’ulivo millenario e la sua storia

Stando alla scienza, alla quale è sempre meglio rifarsi, la sua età si inserisce in una forbice tra i 2 mila e i 2.500 anni

L'Ulivo millenario di Roquebrune Cap Martin

Quando il discorso cade sull’ulivo millenario di Roquebrune Cap Martin, l’interrogativo è sempre il solito: “Ma quanti ha?”.

Bisogna evitare una risposta guidata dalla poesia che è parte di molti racconti e che, cioè, l’albero non abbia un’età, sia fuori da ogni tempo, sorto per vegliare sulla comunità rivierasca da sempre.
Così come è da evitare la versione di chi sostiene che albero non sia molto vecchio e che risalga ad un periodo recente.

 

Stando alla scienza, alla quale è sempre meglio rifarsi evitando scorciatoie che molto spesso sono dannose, la sua età si inserisce in una forbice tra i 2 mila e i 2.500 anni.
In questo periodo, infatti, il bacino del Mediterraneo occidentale vide crescere lo sfruttamento dell’olivo.

Furono i romani ad iniziare la cura e lo sfruttamento intorno al VI secolo a.C.
Posto sul ciglio della strada che porta a Mentone, si tratta di un esemplare isolato dà un’importante impronta al paesaggio.

All'inizio del XX secolo, la famiglia Dragon, che ne era proprietaria, decise di abbatterlo: si salvò in extremis, lo stesso giorno nel quale era destinato ad essere abbattuto, grazie a Gabriel Hanotaux, ex Ministro degli Affari Esteri, che lo acquistò pagandolo al prezzo del legno.
Da allora divenne meta di una passeggiata da parte degli ospiti di Gabriel Hanotaux: Clemenceau, Poincaré, Foch e Paul Valery
La famiglia Hanotaux-Fonscolombes lo lasciò poi in eredità alla città di Roquebrune Cap Martin: l’ulivo il 14 gennaio 2016 è stato insignito del marchio “arbre remarquable”.
Che non abbia età o che i suoi anni siano più 2 mila ora…non lo toccherà più nessuno.




Beppe Tassone