Business - 17 marzo 2023, 19:00

EGOInternational: vini e aceti trainano l’export del Food & Beverage

La vendita all’estero di vini, aceti e liquori traina l’export del Food & Beverage italiano

EGOInternational: vini e aceti trainano l’export del Food & Beverage

La vendita all’estero di vini, aceti e liquori traina l’export del Food & Beverage italiano: il comparto ha raggiunto un fatturato complessivo di oltre 17 miliardi di euro, di cui circa 9 miliardi provengono dalle esportazioni. È quanto riportato nella recensione di Federvini, la federazione che riunisce i principali produttori ed esportatori del settore: le vendite all’estero di vini, aceti e liquori corrispondono a circa il 22% dell’export del Food & Beverage, un distretto composto da circa 2300 imprese distribuite su tutto il territorio nazionale.

La recensione riporta le opinioni degli analisti sullo stato di salute dell’imprenditoria locale, che è riuscita ad incrementare gli scambi commerciali esteri nonostante i recenti fattori di discontinuità internazionale, come l’aumento dei costi di produzione e distribuzione. Positive le performance delle vendite all’estero dei vini italiani, che evidenziano una crescita a due cifre verso i principali partner commerciali stranieri.

L’export dei vini gioca un ruolo importante per l’economia dell’intero Paese: a confermarlo le opinioni degli esperti, che lo identificano tra i principali fattori in grado di favorire la diffusione del Made in Italy nei paesi stranieri. A riguardo EGO International, nota azienda di consulenza per l’export, mette in chiaro le principali destinazioni su cui puntare: è necessario focalizzarsi sui mercati più redditizi, che permettono alle aziende locali di massimizzare vendite e profitti.

La scelta del mercato target in cui vendere i vini Made in Italy, ribadisce EGOInternational nel suo blog, deve inoltre essere affiancata da una strategia di lungo periodo, che includa anche uno studio approfondito del paese di destinazione. Per vendere i prodotti italiani nei mercati esteri, infatti, EGO International sottolinea quanto sia importante conoscere i documenti richiesti dalla legislazione del paese straniero, come ad esempio gli eventuali certificati per la distribuzione dei prodotti del Food & Beverage.

Le opinioni riportate nella recensione sottolineano le principali destinazioni delle esportazioni del Belpaese, in cui si registrano le ottime performance del Regno Unito (+51,4%), del Giappone (+25,1%), degli Stati Uniti (+15,6%) e della Francia (+15%), il principale concorrente dei prodotti italiani nei mercati internazionali. I dati sembrano inoltre confermare le opinioni di EGO International sui paesi stranieri più rilevanti per l’export dei prodotti Made in Italy: gli Stati Uniti, la Germania e il Regno Unito.

Positivo anche il trend di crescita della vendita all’estero dei liquori italiani, che nel periodo gennaio-ottobre dello scorso anno registra un incremento delle esportazioni pari al 29%. Un settore, si legge nella recensione, trainato dalla grappa, che ha visto crescere le richieste dei committenti internazionali facendo segnare un +23% di esportazioni. Tra i principali mercati di sbocco dei liquori Made in Italy ci sono gli Stati Uniti, in cui le vendite all’estero sono aumentate del 38% e la Germania, dove la grappa italiana è sempre più richiesta. Buone anche le performance dell’export di aceti, sempre più diffusi nelle tavole di tutto il mondo.

La recensione fa inoltre emergere le opinioni degli analisti sull’andamento del mercato interno relativo ai consumi fuori casa: il bilancio dello scorso anno si è chiuso con circa 93 miliardi di euro, registrando una variazione del +33%. A trainare le richieste provenienti dal mercato interno il vino e gli spiriti lisci: quest’ultimi rappresentano la categoria con le migliori performance, seguiti dai cocktail alcolici e dagli amari.

L’analisi diffusa da Federvini e i commenti di EGOInternational offrono una fotografia dello stato di salute dell’imprenditoria locale, che ha ora il compito di consolidare il proprio business nelle principali destinazioni oltreconfine. Nel futuro, la buona ripresa dei consumi interni potrà contrastare la lieve flessione dei prodotti di fascia alta venduti nella grande distribuzione organizzata, a questo si aggiunge la ripresa degli scambi commerciali con i paesi stranieri, che potranno dare un impulso allo sviluppo delle aziende locali.

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