Business - 19 aprile 2024, 07:00

Anziani non autosufficienti: cosa fare

La terza età è un periodo complesso sia per chi la vive, sia per chi si trova a dover gestire quella di un proprio parente.

Anziani non autosufficienti: cosa fare

La terza età è un periodo complesso sia per chi la vive, sia per chi si trova a dover gestire quella di un proprio parente. Il decadimento naturale porta molto spesso le persone anziane a non essere più autosufficienti e ad aver bisogno di cure e sostegno costante e continuativo non solo in caso di malattie e patologie invalidanti (demenza senile, Alzheimer, ecc.), ma anche nello svolgimento delle semplici attività quotidiane e routinarie.

In questo caso, può intervenire la famiglia, garantendo all’anziano quel supporto di cui ha estrema necessità, oppure si può optare per l’intervento di figure professionali esterne qualificate e specializzate per ottenere l’assistenza domiciliare necessaria (badanti, infermieri, ecc.). Quando però le cure fondamentali non possono essere somministrate a domicilio o quando i parenti non possono prendersi carico di questa responsabilità (sia per mancanza di tempo che a livello economico), il ricovero in RSA è la soluzione più indicata.

Si tratta di Residenze Sanitarie Assistenziali che hanno la finalità di accogliere persone non autosufficienti che necessitano di assistenza costante e che si trovano in ogni parte d’Italia, con la massima attenzione nelle Regioni più anziane, come ad esempio la Liguria, con ad esempio RSA in provincia di Genova e Imperia.

Come funziona in ricovero in RSA

Il ricovero in RSA è destinato a persone con patologie croniche o in condizioni di fragilità non autosufficienti (per ottenere l’accertamento è necessario presentare domanda all'INPS), che non possono essere curate a casa.

Si tratta di una soluzione che non può essere attivata autonomamente, ma necessita di richiesta alla Asl con valutazione del medico che ha in carico l’assistito (o del reparto ospedaliero in caso di degenza in Ospedale). Se si constata l’effettiva non autosufficienza, viene attivata l’UVM territoriale (Unità valutativa multidimensionale), che tramite visita a domicilio per stimare le condizioni fisiche, psichiche e sociali della persona, permette all’Asl di autorizzare il ricovero e programmarlo in una delle RSA prescelte, per un periodo limitato o a tempo indeterminato.

Il ricovero può avvenire in convenzione parziale o totale con il Servizio Sanitario Nazionale e il proprio Comune o privatamente (in solvenza). Questa procedura cambia di Regione in Regione, quindi è sempre consigliato informarsi prima di procedere.

Come funziona la vita in RSA

Le RSA offrono assistenza, riabilitazione e supporto nello svolgimento di semplici attività quotidiane, ma anche cure, terapie e somministrazione di farmaci e nutrizione.

Questi compiti vengono svolti da un team medico specializzato composto da medici, infermieri qualificati, fisioterapisti, psicologi, ASA, OSS e animatori, che lavorano 24 ore su 24 per migliorare la qualità della vita dei soggetti degenti.

Si tratta quindi di strutture che diventano vere e proprie residenze in cui ritrovare uno stile di vita casalingo e un ambiente sicuro e confortevole, in un perfetto connubio tra privacy, socialità, benessere e supporto, con cure personalizzate e attività studiate su misura. In questo contesto, i familiari possono integrarsi e prendere parte alla vita del proprio caro, delegando la sua assistenza a personale qualificato e concentrandosi sul tempo di qualità da trascorrere con la persona che amano.

Richy Garino

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