io_viaggio_leggero - 26 maggio 2024, 07:00

Da Leòn a Granada: città coloniali, vulcani e rivoluzione

Mi sono sempre considerato un viaggiatore avventuroso, amante dello zaino in spalla, alla ricerca di luoghi da esplorare in prima persona. Questa rubrica nasce per raccontare e condividere esperienze autentiche, oltre al reportage diretto troverete anche interviste ad altri viaggiatori.

Da Leòn a Granada: città coloniali, vulcani e rivoluzione

Oggi facciamo un salto in Nicaragua grande paese del Centroamerica, ricco di storia, bellezze naturali e tradizioni popolari. Una terra assolutamente da visitare e ancora poco frequentata dal turismo europeo, maggiormente attratto da paesi come Messico e Guatemala.

Passata la frontiera terrestre tra Honduras e Nicaragua, al volante di un pulmino privato e in buona compagnia raggiungo la prima tappa del viaggio. Leòn una piccola cittadina nel nord del paese famosa per il museo della rivoluzione, i vulcani e l’arte sacra.

Ecco subito una sorpresa, la strada è bloccata da un corteo popolare con centinaia di persone in cammino verso la piazza principale; uomini, donne e bambini in festa perché oggi è “El Dias de Sandino”. Augusto Sandino, considerato uno dei padri della patria, negli anni venti del secolo scorso è stato protagonista della “Resistenza” contro l’occupazione statunitense e ancora oggi viene ricordato con grandi festeggiamenti, il 21 febbraio data della morte. Il destino mi ha portato a vivere questa esperienza in maniera diretta ed inconsapevole, trovandomi per caso in quei giorni in Nicaragua. Dopo aver riposto lo zaino mi dirigo in piazza e assisto ad uno spettacolo straordinario: coreografie coloratissime, trampolieri mascherati, percussioni e fuochi d’artificio. L’atmosfera è piacevolissima con la popolazione locale sorridente, la cattedrale illuminata a giorno e gli spiedini di pollo eccellenti.

Di buon mattino, a piedi, raggiungo il Museo della Rivoluzione e vengo accolto da un vecchietto con il sigaro in bocca e il cappello da “campesino”, tipico di queste parti. Ernesto Maria Suente, custode della struttura, un uomo disponibile e fiero del suo paese dal viso magro e scavato; una sessantina d’anni e una vita vissuta al lavoro. Mi trovo in un palazzo coloniale, in decadenza e privo di qualsiasi ristrutturazione ma incredibilmente ricco di contenuti autentici. L'indipendenza dalla Spagna, le lotte contro l’imperialismo americano, fino ad arrivare al Fronte di Liberazione Nazionale con l’ascesa al potere, dell’attuale, Presidente “Padrone” Ortega; sono solo alcune tappe di una giovane “Repubblica" raccontata attraverso le pareti. Una storia fatta di sangue e polvere da sparo, di un paese in lotta che sogna la libertà. Nel pomeriggio cammino leggero, per le vie di Leòn, con gli occhi rapiti da un portico, stupiti dalla facciata di una chiesa e distratti da un giardino inaspettato. É ora di cena e mi dirigo al “Bodegon”, locale vicino al centro, magnificamene arredato in stile rococò con manufatti sacri e privo di tetto. Fantastico!

Colazione all’alba con uova e fagioli e subito pronti per una nuova avventura, il Cerro Negro. L’idea è quella di provare l’esperienza del “Volcano surfing” (scivolare con una tavola sulle ceneri del vulcano) ma non è  possibile per un divieto improvviso delle autorità locali. Il cratere centrale è super attivo e ogni tanto viene isolata la zona per questioni di sicurezza. Peccato! Sarà un buon motivo per ritornare in questo luogo meraviglioso, un giorno.

Cambio di programma e visita alla Basílica de la Asunción, la chiesa più grande del Centro America, dove all’interno viene custodito El Cristo Negro; una bellissima opera in legno di valore artistico ma soprattutto di grande significato sociale e culturale. E poi, dopo diverse rampe di scale, un’insolita camminata sul tetto dell’edificio davvero spettacolare per la vista panoramica sulla città e i vulcani circostanti. Il pomeriggio si conclude ad ammirare la sontuosa facciata della lIglesia de La Recolección vera perla del posto, un capolavoro del ‘700 in stile barocco messicano. Dopo tre giorni entusiasmanti a Leon riprende il viaggio in direzione Granada verso sud per 150 km, qui in Nicaragua significa almeno 4 ore. Arriviamo a destinazione e subito pit-stop all’Ostello Mochilas. Sistemazione in dormitorio, connessione WI_FI e sopratutto lavanderia; per chi viaggia con lo zaino è fondamentale programmare il lavaggio gli indumenti e calcolare bene i tempi di asciugatura, tenetene sempre conto durante gli spostamenti.

Granada è una città coloniale, sulle sponde di un grande lago, una perla autentica da scoprire dietro ad ogni portone e dove la vita vera si respira agli angoli delle strade. Il colore giallo oro domina la scena sulle facciate dei palazzi storici e il verde acceso è protagonista nei giardini interni, ricchi di fontane. Mentre cammino vengo attratto da una galleria d’arte dove i pittori dipingono a tempo di musica, allegri e carichi di passione. La Cattedrale nella piazza centrale, la chiesa de la Merced e il convento di San Francisco sono i luoghi imperdibili che ho avuto la fortuna di visitare in un caldo pomeriggio di febbraio. Il fascino della città abita nelle case colorate, vive nei mercati e si assapora passeggiando sotto i portici del centro. La sera cena al “ristorante museo” La Gran Francia: mobili d’epoca, immagini storiche alle pareti, un giardino interno ricco di statue; soprattutto un menu originale e gustoso, in pieno stile nicaraguense. Rientro in ostello e condivido con i compagni di viaggio un bicchiere di Flor de Caña, famoso rum del paese, accompagnato da una barretta di cioccolato extra dark.     

Mattino ore 7.00 partenza per la riserva naturale Laguna de Apoyo che si trova a una quarantina di minuti, si tratta di un lago di origine vulcanica con un diametro di 6 chilometri e una profondità di 170 metri. La sabbia è scura, la vegetazione è fitta e a ridosso dell’acqua ma la temperatura è molto gradevole perciò la voglia di tuffarsi prende il sopravvento. Dopo pranzo visita al Mirador de Catarina dove la vista è impressionante, oltre all’intero lago si posso scorgere le bellezze naturali della regione: El Charco de Tisma, il Vulcano Mombacho e la Sierra d’Amerisque. Nel pomeriggio trasferimento a Masaya per apprezzare le piccole eruzioni al tramonto del suo vulcano, ancora in piena attività. Rientro in ostello per la notte.

L’ultimo giorno a Granada inizia con un giro in barca sul lago Cocibolca detto anche lago Nicaragua; la sensazione è di trovarsi in mare aperto e la città, sullo sfondo, sembra ad un avamposto spagnolo del ‘700. Aperitivo al tramonto, sorrisi e foto ricordo. Passeggiando verso il centro città ecco l’incontro inaspettato, davanti al sagrato della Iglesia de Guadalupe c’è una band in concerto . The Trip n’Tonic, una fanfara composta da 15 ragazzi francesi, sono in viaggio anche loro ma per suonare e portare allegria nelle piazze con un progetto etico e solidale. Si esibiscono dove capita e raccolgono fondi per associazioni locali che sostengono l’accesso all’istruzione. Sorridenti e coinvolgenti con la loro musica dimostrano il valore dei piccoli gesti e con coraggio portano un messaggio di speranza agli sconosciuti. Mi hanno insegnato che folle è chi non si mette in gioco e soprattutto folle è il mondo in cui viviamo; dove leggere e scrivere non sono, ancora oggi, un patrimonio di tutti. La sera cena in compagnia a base di pesce, fagioli e birra nazionale gelata; sotto un cielo stellato, in una città sorprendente che sa emozionare fino all’ultimo minuto.

Il Nicaragua è un paese da scoprire davvero, da vivere all’aria aperta tra la popolazione locale, con una natura pazzesca e una storia ricca di passione. Ancora poco turistico, sa regalare paesaggi di rara bellezza e soprattutto incontri umani preziosi. 

 

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Viaggio di Gruppo on the road

Valutazione :  4 zaini

 

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Marco Di Masci

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