Mentone - 12 febbraio 2025, 11:04

Mentone, iniziati i lavori di copertura del rio Borrigo

L'operazione del primo lotto consisteva nel rimuovere questi materiali su una porzione di 700 m a valle, passando per la foce situata sulla spiaggia

I primi lavori sul Borrigo (Foto Comune di Mentone)

I primi lavori sul Borrigo (Foto Comune di Mentone)

Iniziato il 28 ottobre, l'importante progetto di lotta contro le inondazioni e di ripristino della capacità idraulica della copertura del Borrigo è terminato all'inizio di febbraio.

Questa è la prima volta che un'operazione di queste dimensioni viene condotta all'interno della copertura di un corso d'acqua del litorale. L'obiettivo principale era quello di evacuare sedimenti, sassi, vegetazione e rifiuti vari che, accumulati all'interno, riducevano la capacità della struttura di evacuare le acque piovane.

L'operazione, realizzata dalla Carf in collaborazione con la Smiage Maralpin, consisteva nel rimuovere questi materiali su una porzione di 700 m a valle, passando per la foce situata sulla spiaggia del Borrigo. La sfida era quella di ripristinare la piena capacità idraulica dell'opera e di proteggere la valle del Borrigo contro il rischio di inondazioni.

L'utilizzo di un veicolo per la perforazione delle gallerie, chiamato carico e rullo (veicolo di piccola dimensione) ha permesso ai team tecnici di ridurre i tempi del cantiere, limitare il flusso di camion e l'inquinamento acustico. Una volta rimossi, i vegetali e i rifiuti antropici sono stati separati. I sedimenti rimanenti sono stati vagliati per dimensioni e natura, prima di essere scaricati nelle cave. In totale sono stati rimossi 5.900 m3 di materiale.

In parallelo, un bacino di decantazione con filtri a paglia era stato messo in atto per limitare gli impatti ambientali e soprattutto i rifiuti di materiali in sospensione nell'ambiente marino. Senza dimenticare una pesca elettrica condotta nella zona interessata che ha permesso di spostare e mettere al riparo 250 anguille, barbots e muli.

La pesca elettrica, oggi vietata al pubblico ma autorizzata alle aziende e associazioni autorizzate, è una tecnica di salvaguardia. Emettendo una tensione elettrica, essa anestetizza temporaneamente i pesci per recuperarli. Gli esemplari vengono poi separati per specie e messi in contenitori sicuri, quindi reintrodotti nell'habitat naturale, lontano dall'area di lavoro.

Costo dell'operazione: 700.000 € - Importo finanziato dallo Stato al 60%, dal Dipartimento al 20% e dalla CARF al 20%

Cesare Mandrile

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