Il 23 giugno si celebra la Giornata Mondiale della macchina da scrivere in onore di Christopher Latham Sholes, editore e politico di Milwaukee, nel Wisconsin. Proprio in quella data, nel lontano 1868, Sholes ottenne il brevetto per l’invenzione della macchina da scrivere, a cui avevano collaborato l’amico tipografo stampatore Samuel W. Soule e l’amico meccanico non professionista Carlos S. Glidden.
Questo strumento innovativo con la tastiera qwerty (nome che indica le prime sei lettere della fila in alto) era stato creato per velocizzare la scrittura e influenzò in maniera decisiva il mondo del lavoro e la vita quotidiana.
Dopo alcuni tentativi falliti di commercializzazione, il brevetto venne rilevato nel 1872 dalla Remington & Sons che cambiò il nome alla macchina in Remington N°.1 e riuscì a farne un prodotto di successo.
In Italia, fu Camillo Olivetti a prendere in mano la sfida della macchina da scrivere, dopo un viaggio negli Stati Uniti nel 1893. Fondò la società “C. Olivetti & C” e si dedicò all’ideazione del primo modello di macchina da scrivere, ovvero la Olivetti M1 (1908), che perfezionò dopo aver effettuato altri due viaggi negli Stati Uniti e aver studiato attentamente i concorrenti.
Fino all’avvento del computer, è stata lo strumento principale per scrivere documenti, lettere e articoli di giornale. La Olivetti MP1, progettata nel 1932 e disponibile in vari colori, fu usata da Marguerite Duras ma ad avere maggior successo negli anni Cinquanta fu la Lettera 22 portatile, macchina utilizzata da Cesare Marchi, Enzo Biagi, Indro Montanelli, Leonard Cohen e Cormac McCarthy.





