Nel cuore del XIX secolo, le spiagge di Condamine e Larvotto a Monaco iniziarono a popolarsi dei primi turisti che osavano avventurarsi nelle acque. Le regole erano ferree: "Niente cuffie in cerata e bagni non superiori ai cinque minuti". Le signore, adornate con cappelli a veletta, indossavano pantaloni a balze arrotolati a metà polpaccio, mentre gli uomini sfoggiavano costumi a righe che coprivano torso e polpacci. Si spingevano nell'acqua fino alle ginocchia, talvolta accompagnati da governanti che scandivano il loro tempo con orologi da tasca. Dalla riva, passeggiatori in abiti chiari e lunghe gonne osservavano le loro "imprese" al riparo di ombrellini.
Tra mondanità e nuovi piaceri: l'espansione del bagno di mare
Nel tardo pomeriggio, tutti si ritrovavano sulla terrazza dell'Hôtel de Paris per commentare gli eventi della giornata: "Mio caro, l'acqua era ottima oggi! Mi accompagnerà domani?" "Certamente no! Non avrò l'impudenza di espormi come lei allo sguardo della gente. Io andrò alla roulette. Sento che la fortuna è dalla mia parte. Ho già un appuntamento al casinò con il conte von Mulhausen..." Le cronache mondane dell'epoca pullulavano di scene simili. A poco a poco, il piacere del bagno di mare guadagnò popolarità.
Dall'alto del suo promontorio, il Principato comprese l'importanza di interessarsi agli appassionati di piaceri balneari. Così, a metà degli anni '60 dell'Ottocento, furono eretti i Terme della Condamine, che rapidamente acquisirono fama oltre i confini nazionali. Il solo nome "Terme di Monaco" evocava, nelle capitali nordiche, sogni di piaceri acquatici e di mondanità sotto il sole.