Un plico anonimo spedito nel 2022 al commissariato di Nizza ha fatto tremare il settore immobiliare della Costa Azzurra.
Da quella denuncia è nata un’inchiesta che, dopo tre anni, sembra vicina a concludersi: nel mirino ci sono una cinquantina tra amministratori di condominio e imprenditori del BTP, sospettati di corruzione, abuso di fiducia e riciclaggio.
Secondo gli inquirenti, diverse aziende avrebbero finanziato viaggi da sogno – dalla Tanzania al Qatar, passando per gli Stati Uniti, oltre a soggiorni di lusso, rally automobilistici, cene stellate e persino lavori gratuiti nelle abitazioni private.
Il valore complessivo dei benefici percepiti dai professionisti azzurri supererebbe il milione e mezzo di euro.
Gli avvocati difensori parlano invece di “semplici pratiche commerciali”, difficili da inquadrare penalmente: spese annotate in bilancio come “relazioni pubbliche” o “costi di rappresentanza”.
Ma gli investigatori avrebbero rinvenuto centinaia di preventivi sospetti, considerati falsi, che rafforzerebbero l’ipotesi di un sistema organizzato.
Già sequestrati circa 1,5 milioni di euro tra conti bancari e beni riconducibili agli indagati.
Ora il dilemma: accettare una comparsa per riconoscimento di colpevolezza, evitando un lungo processo, ma ammettendo i reati, oppure rischiare il dibattimento pubblico, con il danno d’immagine che ne conseguirebbe.
“Non vogliamo diventare capri espiatori”, ribadiscono gli amministratoti condominiali coinvolti.
La giustizia, intanto, si prepara a scrivere l’ultimo capitolo di una vicenda che scuote l’establishment immobiliare della Riviera.
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