Nizza - 21 ottobre 2025, 08:00

Tasse immobiliari, tregua pre-elettorale: a Nizza dopo i forti rincari arriva la calma

Nel 2025 la Taxe foncière cresce in media solo dell’1,7% in Francia. Anche Nizza si allinea alla fase di stabilità dopo gli aumenti record del 2023, in attesa delle elezioni municipali del 2026

Ufficio imposte di Nizza

Ufficio imposte di Nizza

La Taxe foncière, da sempre voce pesante nei bilanci dei proprietari, rallenta la sua corsa.

Secondo l’Osservatorio nazionale delle tasse fondiarie, nel 2025 l’imposta sugli immobili è aumentata solo dell’1,7% nelle 200 principali città francesi. Una crescita contenuta, dovuta esclusivamente all’adeguamento automatico della base imponibile all’inflazione.

I Comuni, in vista delle elezioni del 2026, hanno scelto di mantenere stabili i propri tassi, con una variazione media quasi nulla (+0,04%).



Nizza dopo la tempesta del 2023
Dopo le tensioni del 2023, anche Nizza sembra voler mantenere la calma fiscale. Due anni fa, la città aveva registrato una delle impennate più forti del Paese: il tasso della tassa sugli immobili edificati era passato dal 29,62% al 35,3%, mentre quello complessivo, comprensivo della tassa sui rifiuti, era salito dal 46,66% al 52,94%.

Un rialzo che aveva acceso un acceso dibattito politico locale e messo in difficoltà molti proprietari, soprattutto in un contesto di inflazione elevata e costi energetici in crescita.

Nel 2025, invece, la municipalità non ha applicato nuovi aumenti, allineandosi al trend nazionale di moderazione.

La priorità sembra ora quella di stabilizzare la pressione fiscale dopo due anni di forti rincari, anche per evitare tensioni alla vigilia delle elezioni comunali del 2026.

Un equilibrio fragile

Nonostante la tregua, il peso delle tasse accumulate negli ultimi anni resta consistente. In Francia, tra il 2014 e il 2024, la tassa fondiaria è aumentata del 37,3%, spinta dalla decisione di legare la rivalutazione della base imponibile all’inflazione.

Dal 2019 al 2024, il valeur locative, equivalente a circa sei mesi di affitto, è cresciuta del 16,7%, contribuendo in larga parte all’aumento dell’imposta.

A Parigi, la crescita è stata quasi doppia rispetto alla media nazionale (+87,9% in dieci anni), ma anche nelle città della Costa Azzurra il prelievo resta tra i più alti del Paese. Nel 2024 il tasso medio francese si attestava al 40,7%, pari a circa due mesi e mezzo di canone.

Pressione ancora sensibile per i proprietari
La tassa fondiaria è ormai uno dei principali fattori che incidono sulla convenienza di acquistare o mantenere un immobile. Nelle grandi città come Nizza, dove il patrimonio edilizio è vasto e i bilanci comunali sotto pressione, la stabilità fiscale potrebbe rivelarsi solo temporanea.

L’abolizione della tassa di abitazione ha infatti privato molti Comuni di una fonte importante di entrate, spingendoli a compensare con la tassa fondiaria. Una tentazione che potrebbe riaffiorare dopo le urne del 2026, se i conti pubblici dovessero tornare a tendersi.

Per ora, tuttavia, a Nizza,  come nel resto della Francia, sembra prevalere la prudenza: una pausa utile per i proprietari, ma forse solo una tregua in vista della prossima tornata elettorale.



Beppe Tassone

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU