Altre notizie - 01 dicembre 2025, 19:00

Nizza, il Natale smarrito: viaggio sentimentale tra luci, folla e contraddizioni (Foto)

Nel Villaggio di Natale le immagini di Silvia Assin raccontano una festa che cambia: tra consumismo, nuovi riti collettivi e l’eco lontana della spiritualità di un tempo

Nizza, Villaggio di Natale. Fotografie di Silvia Assin

Nizza, Villaggio di Natale. Fotografie di Silvia Assin

C’è un punto esatto, a Nizza, in cui dicembre smette di essere un mese e diventa un rito collettivo.

È il perimetro luminoso che avvolge Place Massena, il Jardin Albert Ier e un tratto della Promenade du Paillon: qui il Villaggio di Natale apre le sue porte e rivela, senza filtri, le contraddizioni della festa più attesa dell’anno.

A coglierle, con l’occhio lucido di chi sa osservare oltre la superficie scintillante, è Silvia Assin. Le sue fotografie, scattate nel primo fine settimana di apertura, compongono un mosaico umano prima ancora che natalizio.

Adulti e bambini, coppie frettolose, famiglie allargate, animali domestici che sembrano partecipare anch’essi al rito laico delle luminarie: l’umanità in cammino diventa il filo conduttore di ogni scatto.

In queste immagini, però, la magia tradizionale del Natale appare come un’eco lontana, sopraffatta da un consumismo sempre più invadente.

Stand, attrazioni e installazioni non evocano più il raccoglimento o il silenzio di un tempo: parlano piuttosto il linguaggio delle offerte, delle promozioni, dei colori saturi che invitano all’acquisto prima ancora che alla meraviglia.

È un Natale quasi del tutto scollegato dalla sua radice spirituale, trasformato in una coreografia urbana dove il sacro lascia spazio al profano.

Eppure, proprio in questa metamorfosi, le fotografie della Assin ritrovano un valore prezioso: mostrano una società che si muove veloce, forse troppo, e che ha sostituito antichi atteggiamenti con nuovi rituali condivisi.

Chi porta qualche capello bianco sulla fronte riconoscerà, in quegli scatti, la distanza tra il proprio immaginario infantile e la versione 4.0 delle festività. Una distanza che non è solo nostalgia, ma la misura del cambiamento di un’intera epoca.

Camminare o anche solo soffermarsi tra queste immagini significa confrontarsi con un Natale contemporaneo, meno spirituale ma profondamente rivelatore: un palcoscenico dove ogni dettaglio racconta chi siamo diventati e, forse, chi stiamo diventando.


Beppe Tassone

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU