Altre notizie - 28 dicembre 2025, 08:00

Le Cannet, il borgo dalle sette colline che racconta la storia della Riviera (Foto)

Dalle origini romane ai tesori del Vieux-Cannet: viaggio nel cuore storico della città sospesa tra Cannes e il Mediterraneo. Le fotografie sono di Silvia Assin

Le Cannet, fotografie di Silvia Assin

Le Cannet, fotografie di Silvia Assin

Silvia Assin ci accompagna, in una bella giornata di sole, alla scoperta di Le Cannet in versione invernale.

Recatasi nella cittadina, posta a pochi minuti di bus dalla stazione di Cannes, per visitare il Musée Bonnard, scopre una località nella quale le “cose” da vedere sembrano non finire mai. 

Una località nella quale si trasferirono 120 famiglie originarie di Oneglia che si spostarono dalla Liguria per coltivare le arance sull’Isola di Saint Honorat. 

Si tratta delle “Bigarades”, arance amare apprezzate per la resistenza e le note intense, sia aspre che fresche. Sono utilizzate in cucina per preparare delle marmellate e in profumeria, sia per la scorza che per il fiore.



Le Cannet
A nord di Cannes, Le Cannet si sviluppa tra sette colline con una vista che abbraccia le isole di Lérins e l’Estérel. Il suo nome affonda le radici nel ligure Canoa, “altura”, rimando evidente al rilievo che domina la baia.

Un territorio abitato fin dall’antichità: i Romani vi piantarono olivi e lo battezzarono Olivetum, lasciando come traccia la Via Aurelia, ancora visibile nel quartiere Haut-Cannet.

Nel Medioevo la zona si popolò grazie ai monaci di Lérins, che nel XV secolo chiamarono famiglie italiane dell’entroterra ligure per coltivare le terre. Da questi nuclei nacquero molti dei nomi che ancora oggi identificano vie e quartieri.

Simbolo dell’epoca è la Torre dei Danys, costruita come presidio difensivo, testimonianza architettonica ancora integra.



Il 9 agosto 1774 rappresenta una data chiave: con un decreto reale, Luigi XVI rese Le Cannet comune autonomo, separandolo da Cannes e Mougins. Da allora il borgo ha conosciuto una crescita continua, accelerata nel Novecento con lo sviluppo di Rocheville, dell’Aubarède e dei Mimosas, fino al progressivo recupero del quartiere di Garibondy.

Il cuore del paese resta il Vieux-Cannet, un dedalo di vicoli, archi e piazzette che custodisce chiese secolari e scorci dal sapore provenzale. Tra le tappe imperdibili l’elegante chiesa di Sainte-Catherine, il cui interno sorprende con altari barocchi ed ex voto, e la più recente Sainte-Philomène, nata per accogliere una popolazione in crescita.

Suggestiva la rue des Voûtes, con le case poggiate su massicci blocchi di pietra e le croci di Malta scolpite sui portali. Singolari, nella vicina rue des Calvys, le “finestre finte”, dipinte per eludere le imposte che un tempo si calcolavano in base alle aperture delle abitazioni.



Il percorso prosegue verso la piazza dei Paramideaux, antico nucleo di case-fortino, e la torre dei Calvys, teatro nel 1707 della resistenza guidata dall’abbé Ardisson contro le truppe imperiali. Merita una sosta anche la cappella Saint-Sauveur, restaurata dall’artista Tobiasse, oggi impreziosita da una grande fresque dedicata alla pace.

Tra i simboli più amati spiccano il “mur des amoureux” di Peynet, divenuto meta tradizionale per gli sposi, e l’“Oranger du patrimoine”, grande affresco che ricorda le 140 famiglie fondatrici.

Poco distante, la place Bellevue regala uno dei panorami più suggestivi del borgo, insieme alla statua dello scrittore Victorien Sardou.

Un mosaico di memorie, architetture e colori mediterranei che rende Le Cannet molto più di un semplice borgo collinare: un vero scrigno di storia affacciato sul mare.


Beppe Tassone

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