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Eventi | 23 aprile 2024, 17:00

Il MAMAC negli USA: una mostra al Museo d'Arte Nelson-Atkins di Kansas City

“Niki de Saint Phalle: Rébellion et Joie” esplora il mondo di Saint Phalle e i suoi sforzi per combattere razzismo, disuguaglianza di genere e lo stigma legato all'AIDS

“Niki de Saint Phalle: Rébellion et Joie”. Museo d'Arte Nelson-Atkins di Kansas City

“Niki de Saint Phalle: Rébellion et Joie”. Museo d'Arte Nelson-Atkins di Kansas City

Il MAMAC propone, fino al 21 luglio 2024, al prestigioso Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City, Missouri (Stati Uniti), una grande mostra di Niki de Saint-Phalle basata sulla sua collezione e in collaborazione con la Niki Charitable Art Foundation: “Niki de Saint Phalle: Rébellion et Joie”.

La mostra si svolge durante il periodo di chiusura del MAMAC, iniziato il 7 gennaio per lavori di ristrutturazione nell'ambito del progetto di estensione della Promenade du Paillon.

Durante il periodo di chiusura, il MAMAC porta avanti un ambizioso programma “fuori dalle mura”, a livello internazionale! “

“Niki de Saint Phalle: Rébellion et Joie” è la prima mostra negli Stati Uniti di una delle più grandi collezioni di opere di Niki de Saint Phalle, conservata al Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Nizza, arricchita da prestiti dalla Niki Charitable Art Foundation, Santee, California.

Le opere del MAMAC in mostra esplorano il mondo di Saint Phalle, dai suoi primi dipinti, alle sue esuberanti Nanas, alle fantastiche sculture del suo Jardin des Tarots e ai suoi sforzi pionieristici per combattere il razzismo, la disuguaglianza di genere e lo stigma legato all'HIV/AIDS.

Niki de Saint Phalle
Niki de Saint Phalle (francese/americana, 1930-2002), una delle artiste più singolari della seconda metà del XX secolo, fece irruzione nel mondo dell'arte internazionale negli anni '60. Sebbene autodidatta, fu presto riconosciuta come una artista protagonista dell'arte contemporanea più all'avanguardia, sia in Europa che in America.

Niki de Saint Phalle usava l'arte come ribellione contro la società patriarcale e i traumi infantili.

Ha creato un linguaggio inconfondibile fatto di forme iconiche come le sue “Nanas”, immagini inconfondibili dalla potente femminilità, che parlano della sua convinzione che l’arte può cambiare il mondo.


 

Beppe Tassone

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