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Ultim'ora | 17 dicembre 2025, 00:05

Ucraina-Russia, i due 'no' che frenano il piano Trump: lo scenario

Ucraina-Russia, i due 'no' che frenano il piano Trump: lo scenario

(Adnkronos) - Donald Trump dice che "la fine della guerra tra Ucraina e Russia non è mai stata così vicina". L'ottimismo del presidente degli Stati Uniti, condiviso dai funzionari americani che considerano l'accordo tra Washington e Kiev raggiunto al 90%, non sembra confermato in toto dal reale sviluppo dei negoziati e dalle posizioni ribadite dalle parti in causa. I nodi sono ampiamente noti e sono almeno due: il Donbass reclamato dalla Russia e le garanzie di sicurezza chieste dall'Ucraina. 

 

Kiev cerca di opporsi a mutilazioni territoriali e il presidente Volodmyr Zelensky continua a respingere l'ipotesi di cedere il Donbass, obiettivo dichiarato di Vladimir Putin: la guerra finisce se l'Ucraina lascia la regione, dice il presidente russo. "L'Ucraina ha già perso territorio, ad essere sinceri", la sottolineatura di Trump, che non nomina regioni specifiche.  

"I russi vogliono il nostro Donbass. E noi non vogliamo cedere il nostro Donbass", dice Zelensky, che si oppone alla concessione territoriale. Il sì di Kiev probabilmente sbloccherebbe la situazione. L'Ucraina dovrebbe cedere l'intera regione: non solo dovrebbe rinunciare alle aree occupate dalla Russia, ma dovrebbe anche ritirare le proprie truppe che controllano porzioni di territorio nel Donetsk, tra cui le città chiave di Sloviansk e Kramatorsk. Nel piano di Trump è prevista la creazione di una zona smilitarizzata, il territorio sarebbe riconosciuto a livello internazionale come appartenente alla Russia sebbene alle truppe di Mosca sarebbe vietato l'ingresso nella zona. 

"Gli americani vogliono trovare un compromesso, offrono una 'zona economica libera'. E lo sottolineo ancora una volta: 'zona economica libera' non significa sotto la guida della Federazione Russa. Né de jure né de facto riconosceremo il Donbass come russo, ovvero la parte temporaneamente occupata", ribadisce Zelensky evidenziando che non c'è "consenso su questo tema" con gli americani. Il dialogo sulla questione territoriale rischia di trasformarsi in una strada senza uscita. Tra Ucraina e Usa c'è maggiore sintonia quando si parla di garanzie di sicurezza. 

"Facciamo riferimento a cinque documenti. Alcuni riguardano garanzie di sicurezza: giuridicamente vincolanti, cioè votate e approvate dal Congresso degli Stati Uniti", dice Zelensky aggiungendo che i criteri "rispecchierebbero l'articolo 5" della Nato: se un Paese dell'Alleanza viene aggredito, gli altri membri intervengono in difesa. Il meccanismo prevederebbe anche l'invio di una forza multinazionale europea. 

 

E qui prende forma il 'niet' di Mosca, che boccia il coinvolgimento di Ue e Gran Bretagna nei recenti colloqui di Berlino, dove è andato in scena il confronto Ucraina-Usa. "La partecipazione degli europei'' ai negoziati ''non promette nulla di buono", dice il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, affermando che ''potrebbero essere inaccettabili'' gli accordi raggiunti con la presenza europea. 

Ancor più esplicito il vice ministro degli Esteri, Sergei Ryabkov, che rilancia posizioni già espresse in passato anche da Putin: Mosca "non accetterà" le truppe della Nato nel territorio ucraino. "Noi non accetteremo mai, né sopporteremo, alcuna presenza di truppe Nato sul territorio ucraino", dice Ryabkov, in un'intervista con Abcnews in cui esclude "assolutamente" che la Russia possa accettare un accordo che comprenda la presenza di truppe di Paesi Nato in Ucraina. 

"Siamo pronti ad avere un accordo", aggiunge, esprimendo la speranza che questo venga raggiunto "il prima possibile", passando poi a ripetere le richieste da sempre avanzate da Mosca riguardo alle concessioni territoriali da parte di Kiev. "Ne abbiamo in tutto cinque e non possiamo, in nessun modo, accettare compromessi su questo". 

 

webinfo@adnkronos.com (Web Info)

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