Sono 100.500 le persone che, a Nizza, vivono con un reddito inferiore alla soglia di povertà.
Un dato allarmante che fissa la percentuale al 28,5% dell’intera popolazione, che è di 343.000 abitanti.
La soglia di povertà (valutata in un reddito di 1.000 euro al mese), calcolata nelle 100 maggiori città francesi, è del 14,5%: il dato peggiore viene da Roubaix, località nella quale è il 58,5% della popolazione a vivere con meno di 1.000 euro al mese.
I cittadini “sotto soglia di povertà” vivono a Nizza per il 21,1% vivono da soli.
Gli anziani “sotto soglia” sono 8.600 pari all’8,6% della popolazione, il che attribuisce a Nizza il quarto posto assoluto in questa classifica alla rovescia.
Solo Ajaccio (12%), Antibes (11,5%) e Cannes (10,1%) registrano dati peggiori nelle 100 città francesi prese in considerazione.
Secondo questi dati statistici, nel Dipartimento delle Alpi Marittime, è il 15% della popolazione a vivere sotto soglia di povertà, percentuale in linea con quella nazionale, a dimostrazione che sono i grandi centri quelli nei quali le situazioni di sofferenza emergono con maggior evidenza.
Dati “forti” anche per quanto concerne la forbice tra i più agiati e quelli che lo sono meno.
A Nizza il 20% della popolazione più ricca ha redditi 5,2 volte superiori al 20% della parte più povera. A Parigi il contrasto è ancora maggiore, il livello si alza a 9,6 volte.
Una Francia in chiaro scuro, quella che emerge da questi dati che mettono a dura prova un welfare che, fino ad ora, sembra comunque in grado di reggere una regressione che è sotto gli occhi di tutti.