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Altre notizie | 20 maggio 2018, 07:00

Due storie, due tunnel, due stati d’animo…

Un cuneese a Nizza, a passeggio nel tunnel del tram, riflette su un altro tunnel, forse senza futuro

Visita al tunnel del Tram a Nizza

Visita al tunnel del Tram a Nizza

Durante tutto il week end gruppi continui di persone sono entrati nel tunnel che attraversa la città di Nizza da Est a Ovest e che consentirà al tram di unire il porto con l’aeroporto in venti minuti.

Una tappa importante per la trasformazione della città. Sono entrato due volte nel tunnel, venerdì 18 maggio nel corso della conferenza stampa di presentazione e sabato 19 maggio assieme con il gruppo ammesso alla visita alle 15,30.

Ho raccontato, in questi mesi, attraverso Montecarlonews, l’esecuzione di questi importanti lavori, le difficoltà incontrare dalla città, dalla metropoli e dall’impresa. Momenti non facili come quando si sono aperte delle voragini, prima in Boulevard Victor Hugo e poi in Rue de France a pochi metri dalla fine del tunnel.

Lo stato d’animo di un cuneese a Nizza, mentre passeggiava ventitré metri sotto terra, non è facile da descrivere.

Ammirazione per un lavoro che diminuirà la percorrenza dei bus in superficie e trasformerà interi quartieri offrendo loro una nuova vita, per la velocità di esecuzione dello scavo iniziato a marzo del 2016 e ultimato alla fine dello scorso anno, per il primo tratto che unirà gli Uffici Dipartimentali con Magnan che  verrà inaugurato il prossimo 30 giugno.

Ma anche tristezza e rabbia, tanta tristezza e rabbia. Pensando ad un altro tunnel, anch’esso lungo poco più di 3 chilometri, che da aprile del 2015 obbliga a mezz’ora di attesa fermi davanti ad un semaforo e che sta sprofondando nel fango degli scandali e della gestione non certo encomiabile. Lavori che si sarebbero dovuti concludere e che invece sono interrotti, con l’acqua che inonda il vecchio tunnel e qualche amministratore che gioisce perché i francesi non lo chiuderanno dopo il Gran Premio di Montecarlo.

Quasi che la sicurezza e l’incolumità siano elementi secondari, l’importante è che il tunnel resti aperto.

A Nizza duemila persone hanno passeggiato sotto il tunnel, orgogliose, i più, per un lavoro imponente, concluso rispettando i tempi.

A Tenda i lavori del tunnel sono fermi e prima di partire si consultano le previsioni meteo, sperando che non piova e che le falde non crescano.

Due tunnel, due situazioni diverse. Come lo stato d’animo di un cuneese che gioisce nel vedere un lavoro che fra poco più di un mese consentirà a dei tram di percorrere la città, trasportando persone, diminuendo l’inquinamento e accorciando i tempi e nel contempo sa che il “proprio” tunnel, quello del Col di Tenda, rischia di essere compromesso dai lavori del “nuovo tunnel” di poco più di 3 chilometri che sono fermi, non si sa fino a quando.

Così come diversi sono i sentimenti nel vedere dall’alto il cantiere della stazione di Grosso/CUM che sta per trasformarsi in un giardino, mentre al Colle i derivati dello scavo, fermo da un  anno, sono abbandonati, senza che nessuno pensi a portarli via.

Due storie, due tunnel, due stati d’animo.

Beppe Tassone

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