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Immobiliare | 11 giugno 2025, 08:00

Casa in cambio di cure: ecco il contratto che riscrive la vecchiaia

Ogni mercoledì Montecarlonews dedica un articolo al settore immobiliare, perché essere informati è meglio. Una rubrica al “vostro servizio”

Casa in cambio di cure: ecco il contratto che riscrive la vecchiaia

Vendere la casa in cambio di assistenza e cure: è questo il principio alla base del contratto di mantenimento (Bail à nourriture), formula immobiliare poco conosciuta ma sempre più attuale in un contesto di invecchiamento della popolazione.

A differenza del viager, in cui il venditore riceve una rendita vitalizia in denaro, qui l’accordo prevede prestazioni in natura: cibo, cure, compagnia, assistenza domestica e sanitaria.

Una rendita in servizi personalizzati

Il contratto di mantenimento è un accordo tra un venditore (il “locatore”) e un acquirente (il “conduttore”) in cui quest’ultimo si impegna a prendersi cura del primo fino alla fine della sua vita, in cambio della proprietà dell’immobile.

L'assistenza può comprendere pasti, spese, pulizie, gestione amministrativa e accompagnamento a visite mediche. Una parte del prezzo può essere versata in contanti, il resto “convertito” in obbligazioni di assistenza.

Pur non essendo regolato dal Codice Civile, il contratto trova legittimità nella giurisprudenza: si tratta di un impegno personalizzato, basato sull’età, sul sesso e sull’aspettativa di vita del venditore, che mantiene il diritto d’uso dell’immobile.

Diverso dal viager, più umano e flessibile

A differenza del viager, dove le rendite sono fisse e monetarie, qui tutto ruota attorno a un rapporto di fiducia. Il contratto è "intuitu personae": fondato sulla relazione umana tra le parti. Proprio per questo, è possibile affidare alcuni servizi a terzi (es. associazioni di assistenza), ma il legame personale resta centrale.

Occhio ai rischi fiscali

I vantaggi per il venditore sono concreti: restare nella propria casa, ricevere cure su misura, evitare imposte successorie. Tuttavia, se il conduttore è un parente stretto, esiste il rischio che il contratto venga riclassificato come donazione dall’Amministrazione finanziaria.

Fondamentale quindi il ruolo del notaio, che deve garantire la correttezza formale dell’accordo, inclusa una componente di alea (incertezza): se il venditore è in fin di vita, infatti, l’atto può essere impugnato dagli eredi o dall’amministrazione fiscale.

Uno strumento di solidarietà intergenerazionale
Più che un’operazione immobiliare, il contratto di mantenimento è un patto di fiducia e assistenza, capace di unire esigenze economiche e bisogni umani.

Un’opzione da valutare con attenzione e con l’aiuto di professionisti per garantire dignità e serenità nella terza età.



Beppe Tassone

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