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Altre notizie | 23 gennaio 2017, 08:01

Saranno Benoît Hamon e Manuel Valls a sfidarsi domenica prossima per ottenere la candidatura del Partito Socialista alle presidenziali di primavera

Una sinistra spaccata in diversi rivoli ha visto meno di due milioni di francesi recarsi alle urne in questo primo turno delle primarie, quasi un milione di elettori in meno rispetto a cinque anni fa

Saranno Benoît Hamon e Manuel Valls a sfidarsi domenica prossima per ottenere la candidatura del Partito Socialista alle presidenziali di primavera

Saranno Benoît Hamon e Manuel Valls, che sono arrivati primi alle primarie della gauche, a sfidarsi domenica prossima per ottenere la candidatura del Partito Socialista alle presidenziali di primavera.

Una sinistra spaccata in diversi rivoli ha visto meno di due milioni di francesi recarsi alle urne in questo primo turno delle primarie, quasi un milione di elettori in meno rispetto a cinque anni fa.

Due sinistre diverse, e per molti versi difficilmente conciliabili fra loro, si scontreranno fra una settimana in un ballottaggio che servirà a tastare il polso del partito che alle ultime presidenziali aveva visto Francois Hollande superare il Presidente in carica Nicolas Sarkozy e diventare inquilino dell’Eliseo.

Al secondo turno Benoît Hamon giunge forte di un 36,12% dei voti, davanti a Manuel Valls che ha raggiunto il 31,24%.

Il terzo qualificato, Arnaud Montebourg, forte del 17,69% dei voti, ha invitato i suoi elettori a convergere su Benoît Hamon.

Nelle Alpi Marittime hanno votato circa 18.000 elettori, quasi 12.000 in meno rispetto alle primarie tenutesi nel 2011con risultati in contro tendenza rispetto al resto della Francia.

Manuel Vals è in testa (col 35% dei voti) mentre al secondo posto si piazza Benoît Hamon distanziato di due punti.

I due volti del Partito Socialista, quello pragmatico e moderato di Vals ( costretto dal ruolo di ex primo ministro a difendere le scelte governative) e quello più movimentista di Hamon (paladino del reddito di cittadinanza, di un rapporto diverso con la Comunità Europea per quanto concerne il calcolo del deficit di bilancio e soprattutto con la sua proposta di tassare l’utilizzo dei robot che diminuiscono l’occupazione) si sfideranno ora nel secondo turno, in una votazione dall’esisto incerto destinata in ogni caso a pesare molto sul futuro della gauche francese.

Anche se, su tutti, aleggia Emmanuel Macron, il leader del movimento “En marche!”, che non è passato attraverso le primarie e che potrebbe ottenere i favori degli elettori della sempre più frammentata sinistra francese.

Sempre tenendo conto del sistema elettorale francese che prevede uno sbarramento al 12,5% degli aventi diritto (circa il 20% dei voti validi) per accedere al ballottaggio.

Beppe Tassone

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