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Eventi | 05 gennaio 2019, 10:00

Grandi mostre al Musée de la Photographie di Nizza

Berenice Abbott, Christine Spengler e Ivana Boris: quando la fotografia supera l’arte

Nightview, New York, 1932

Nightview, New York, 1932

Un inizio di anno col botto, quello che propone il Musée de la Photographie Charles Nègre  di Nizza.

Fino al 27 gennaio 2019 è in programma Berenice Abbott (1898-1991), Topographies.

Il lavoro di Berenice Abbott (Springfield, USA, 1898 - Monson, USA, 1991) è stato decisivo nella storia della fotografia poiché ha contribuito a definirne una nuova concezione autonoma perché sollevata da ogni riferimento alla pittura, rigorosa e specifica. Giunta a Parigi nei primi anni ’20 del secolo scorso, allieva di Man Ray (Philadelphia, USA, 1890 - Parigi, 1976) prima di aprire il proprio studio, Berenice Abbott iniziò con successo una carriera come ritrattista.

Nota, fra le avanguardie di Parigi e New York, degli anni 20 e 30, per essere a favore del riconoscimento della fotografia documentaria come arte, non smise d’interrogarsi sugli aspetti del realismo e del modernismo.

Il suo fiore all'occhiello e l'opera faro, che sottolinea le sue convinzioni artistiche, è  Changing New York (1935 – 1939), una vasta impresa di "interpretazione documentaria" dei cambiamenti architettonici che contraddistinguono New York negli anni '30. La mostra al Musée de la Photographie Charles Nègre propone un centinaio di sue opere.  

A partire dal 15 febbraio, fino al 26 maggio, sarà poi la volta di Christine Spengler - L’Opéra du monde.

Christine Spengler, figlia di Huguette Spengler ultima artista surrealista, è francese di origine alsaziana. Cresciuta a Madrid, è stato segnata fin dall'infanzia dalle sue frequenti visite al Museo del Prado, dove scoprì  uno dei maestri della pittura spagnola, Francisco Goya, autore di Désastres de la guerre.

Christine Spengler diede spazio alla propria vocazione di fotografa e corrispondente di guerra fin dall'età di 23 anni. Praticherà questa professione fino al 2003 (Iraq). Le sue fotografie della rivoluzione iraniana del 1979 e il bombardamento di Phnom Penh dai Khmer Rossi nell'aprile del 1975, sono tra i più notevoli esempi di eventi contemporanei.

Fino al 17 febbraio 2019 nella Galerie del Museo continua l’esposizione delle fotografie di Ivana Boris in una mostra intitolata “La vie secrete des hauts”.

L’autrice è di origine italiana e vive a Monaco dal 1989.  Nota per le sue immagini che ruotano tra il Mercantour e il Mediterraneo, la mostra presenta quelle realizzate attorno al passo del Turini, dove le montagne e la neve coesistono con la costa e il mare in meno di venti chilometri.

Un unico paesaggio montuoso, questo passo alto 1.600 metri, è un punto di incontro di diverse valli, reso famoso dal Rally di  Montecarlo e da svariate corse in bicicletta.  

Ivana Boris si è immersa in queste montagne e foreste, d'inverno come d'estate, ha camminato, percorso, scalato, vissuto fino in fondo i vari sentieri che raggiungono variati borghi delle Alpi Marittime.  

La scelta del bianco e nero è stata naturale. Cancellando tutti i colori, Ivana Boris si concentra su forme, ombre, con curve sinuose, contrasti e le infinite sfumature di grigio che si fondono in una tonalità indefinibile.

Il Musée de la Photographie Charles Nègre si trova in Place Pierre Gautier  1 nel Vieux Nice.  

Beppe Tassone

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