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Altre notizie | 26 marzo 2023, 15:22

I confini mobili della Contea di Nizza nella storia

La Contea aveva uno sviluppo costiero di una trentina di chilometri (escluso il Principato di Monaco) e comprendeva le valli dei fiumi Varo, Tinea, Vesubia, Bevera e Roja fino allo spartiacque alpino, che la separava dai domini sabaudi del Piemonte

I confini mobili della Contea di Nizza nella storia

La Contea di Nizza, ossia il Paese Nizzardo (in francese Comte' de Nice/Pays Nicois, in occitano Comtat de Nica/Pays Nicard), è stata una divisione amministrativa del Ducato di Savoia, poi del Regno di Sardegna, fino alla sua cessione alla Francia nel 1860.Capoluogo della Contea era Nizza Marittima e il suo territorio corrispondeva grosso modo all'attuale dipartimento francese delle Alpi Marittime, escluso il circondario di Grassa(oggi Grasse).

La Contea aveva uno sviluppo costiero di una trentina di chilometri (escluso il Principato di Monaco) e comprendeva le valli dei fiumi Varo, Tinea, Vesubia, Bevera e Roja fino allo spartiacque alpino, che la separava dai domini sabaudi del Piemonte. La Contea di Nizza costituì per secoli l'unico sbocco al mare dei Savoia ( se si eccettua la piccola enclave di Oneglia), in quanto la Repubblica di Genova, che comprendeva l'attuale Liguria ( regione amministrativa) e controllava parte dell'odierno Basso Piemonte (Novese e Ovadese), fu annessa al Regno di Sardegna solo nel 1815. Città capoluogo fu sempre Nizza, centro di antica vocazione mercantile, che si distingueva dai piccoli borghi costieri e da quelli dell'entroterra fin dall'Alto Medioevo, ponendosi storicamente e geograficamente come prima città d'Italia proveniendo da ovest. E così la chiamò Petrarca. A Nizza si parlava infatti dal VII secolo un dialetto genovese e presenti e diffuse vi erano parlate italiane. Nel 1815 alla Provincia di Nizza venne aggiunto tutto il territorio che oggi comprende la provincia di Imperia. La Contea di Nizza era divisa in 14 mandamenti ed entrò a far parte dei domini sabaudi per mezzo della Dedizione di Saint-Pons il 28 settembre 1388, con cui Amedeo VII di Savoia, approfittando delle lotte intestine in Provenza, negoziò con Jean Grimaldi di Boglio, governatore di Nizza e della Provenza orientale, il passaggio del Nizzardo e della Valle dell'Ubaye ai domini sabaudi, con il nome di Terre Nuove di Provenza.

Le Terre Nuove di Provenza presero il nome di Contea di Nizza nel 1526, anche se per Contea di intendeva più un circondario amministrativo che feudale. I Savoia fecero di Nizza, sotto Carlo Emanuele I, un porto franco nel 1614 e nel 1621 soffocarono una rivolta del conte di Boglio, iniziando un periodo di grande stabilità e prosperità. Nel XVIII secolo scoppiarono ostilità con la Francia che occupò a più riprese la Contea di Nizza: nella circostanza i confini tra Francia e Contea di Nizza subirono diversi aggiustamenti. I due Stati finirono per scambiarsi aree territoriali e cittadine, ma anche spartiacque soprattutto nel trattato di Torino del 24 marzo 1760, che per una curiosità storica anticipava quello di di un secolo dopo, quando Nizza venne ceduta definitivamente alla Francia. Ma già nel 1718 e poi nello stesso 1760 ai Savoia passarono, tra l'altro, La Penna e Guglielmi e l'Alto Varo, mentre a Parigi passavano il comune di Le Mas e altre aree di territorio, con uno scambio non nuovo tra le due parti, segno di una mobilità che non tiene quasi mai conto delle tradizioni culturali e linguistiche delle genti del luogo. Nel 1789 Nizza divenne centro controrivoluzionario e per tale ragione la città vene occupata dalle truppe repubblicane dell'Armata del Midi e la Convocazione integrò Nizza e Contea alla Francia. Con la caduta di Napoleone e il Congresso di Vienna, la Contea di Nizza ritornò sotto il controllo sardo e così il Principato di Monaco sotto l'influenza di Torino. Nel 1848 con lo scoppio dei moti nazionali anche Mentone e Roccabruna issarono il tricolore e chiesero di unirsi alle iniziative di Carlo Alberto, diventando città libere amministrate dai Savoia, ma la sconfitta piemontese nella prima guerra di indipendenza e la difficoltà delle trattative, anche di natura economica, raffreddarono l'originale entusiasmo;  la Francia ne approfitto' per prendere in mano le sorti dell'intera zona fino alla cessione di Nizza e di tutto il territorio circostante a Parigi nel 1860 da parte dei Savoia. Ciò avverrà anche a seguito degli accordi tra Napoleone III e Cavour. Inizialmente con il trattato di Zurigo la cessione la cessione di Nizza parve allontanarsi, ma il sopraggiungere dei plebisciti dell'Italia centrale ripropose la questione e, nonostante le vibranti proteste di Garibaldi, nizzardo di nascita, si arrivò alla dolorosa cessione di una città e di una Contea che affondava le proprie radici nella storia italiana. Non tutto il territorio della Contea fu però ceduto alla Francia: Vittorio Emanuele II si riservo' la sovranità sulle alte valli della Tinea, Vesubia e Roja ( compresa Tenda e Briga marittima), in quanto destinate a riserve di caccia reali. Il notevole avanzamento del confine sabaudo rispetto allo spartiacque fa invece supporre che le vere ragioni fossero militari, tanto che vi furono controversie con Parigi che riteneva poco difendibile il nuovo confine. Confine che venne rettificato con il Trattato di Parigi del 1947. La correttezza del risultato popolare è dubbia ed esagerata almeno a Nizza e nel resto del Nizzardo, mentre più credibile fu il voto a Briga e a Tenda, dove in realtà gli abitanti si espressero chiaramente per passare sotto la Francia.

Casalino Pierluigi

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