La partita sul futuro delle orche e dei delfini di Marineland, ad Antibes, entra in una fase decisiva ma tutt’altro che pacificata. Dopo mesi di valutazioni tecniche, ispezioni e confronti con esperti, il governo francese ha formalizzato le proprie scelte.
Una presa di posizione netta, che però ha riacceso lo scontro con la direzione del parco, pronta a parlare di “pericolo di morte imminente” per gli animali.
Al centro della decisione dell’esecutivo c’è una parola chiave: transizione. Transizione verso un modello che abbandoni definitivamente lo sfruttamento degli animali a fini di spettacolo, nel solco della legge del 2021 sul benessere animale.
È in questo quadro che il ministero della Transizione ecologica ha annunciato il destino dei cetacei ancora presenti nel parco della Costa Azzurra.

Per le due orche, Wikie e Keijo, la strada indicata porta oltre l’Atlantico. La loro destinazione è il Whale Sanctuary Project, un santuario marino in Nuova Scozia, in Canada.
Il trasferimento, secondo il calendario governativo, non avverrà prima dell’estate 2026. Una scelta che esclude definitivamente altre opzioni: il trasferimento verso il Loro Parque di Tenerife è stato bocciato dall’autorità scientifica spagnola e, soprattutto, viene giudicato incompatibile con il diritto francese, che vieta la prosecuzione dell’attività di spettacolo con le orche.
Diversa, ma altrettanto rigida, la linea adottata per i delfini. Nessun via libera ai trasferimenti in Spagna, ritenuti insufficienti sul piano delle garanzie di benessere animale e potenzialmente contrari allo spirito della legge. I dodici delfini resteranno quindi temporaneamente ad Antibes.
Secondo il ministero, le vasche attuali possono ancora assicurare un’accoglienza transitoria, in attesa dell’apertura del futuro centro di accoglienza promosso dallo ZooParc de Beauval.
Le decisioni, sottolinea il governo, si fondano sulle ispezioni della DREAL, su perizie scientifiche e su un quadro legislativo definito “chiaro”.
Non solo animali: nel dossier entra anche il futuro dei lavoratori. L’esecutivo promette continuità occupazionale, proprio attraverso i nuovi progetti di riconversione, e annuncia un dialogo costante con comunità scientifica, ONG, amministrazioni e gestori del sito.
A difendere pubblicamente la linea dell’esecutivo è il ministro delegato alla Transizione ecologica, Mathieu Lefèvre: «Lo Stato agisce in modo responsabile e coerente. Dopo aver esaminato tutte le opzioni, adottiamo le decisioni necessarie per garantire il benessere degli animali. Le orche hanno posto solo in un santuario. È l’unica soluzione etica e conforme al diritto».
Parole che non hanno convinto Marineland. Anzi. La risposta del parco è arrivata immediata e durissima. In un comunicato, la direzione parla di “urgenza assoluta” e di “rischio di morte imminente” per orche e delfini ancora presenti ad Antibes. L’accusa rivolta allo Stato è pesante: scelte “irresponsabili” che metterebbero in pericolo la vita degli animali.
Secondo Marineland, esistono da tempo soluzioni praticabili e immediate, sostenute, afferma il parco, da parte della comunità scientifica e da associazioni internazionali. Per Wikie e Keijo, la situazione sarebbe ormai al limite: il rischio di un cedimento delle strutture viene evocato senza mezzi termini, con la possibilità di un collasso “in qualsiasi momento”. Il progetto canadese, al contrario, viene definito “ipotetico” e privo di garanzie concrete, sia sul piano delle infrastrutture sia su quello dei tempi.
Anche per i delfini, la direzione sostiene di non essere più in grado di garantire una permanenza sicura. Due strutture autorizzate in Spagna, secondo Marineland, sarebbero pronte ad accoglierli immediatamente, con il via libera delle autorità locali. «Non c’è alcun motivo di aspettare», è l’appello finale rivolto allo Stato.
Tra decisioni ufficiali e accuse incrociate, il caso Marineland resta così sospeso tra tutela animale, diritto e urgenza operativa. E mentre il calendario guarda al 2026, lo scontro sul presente appare più acceso che mai.















