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Altre notizie | 01 gennaio 2025, 05:00

Buon Anno…almeno speriamolo!

Il 2025 non può essere simile al 2024. Deve rivelarsi l’anno del rimbalzo, della ripresa di quei valori, mai sopiti, ai quali donne e uomini di questo mondo anelano

Buon Anno…almeno speriamolo!

Il 2025 è cominciato da poco, i botti sono appena cessati, le città hanno un lento risveglio, ma l’aria che si respira è quella del 2024 appena archiviato.

Le preoccupazioni, le ansie, le brutture, le violenze che hanno caratterizzato lo scorso anno sono tutte lì, sul tavolo: nessuna è stata risolta, tutto è incompiuto.

Certo, il giudizio che ognuno di noi esprime sull’anno appena concluso e sulle speranze che si ripongono in quello appena iniziato appartiene alla sfera personale.

Ma l’orizzonte che il Mar Mediterraneo ci offre, guardando oltre le spiagge della Costa Azzurra, con la folla che ha invaso tutte le località turistiche, non presenta tonalità accattivanti.

Nel mondo si contano, in questo momento, cinquanta conflitti: alcuni sono alle nostre porte e, giorno dopo giorno, la televisione e le reti sociali ci scodellano immagini che parlano di dolore, di morte, di distruzione, di cattiveria e di odio.

Le modifiche climatiche, poi, stanno creando problemi e danni che, in alcune parti del mondo, spingono intere popolazioni a cercare ospitalità altrove, per poter sopravvivere.

Eppure poco si è fatto e ancor meno alcuni vorrebbero fare per “dare una sterzata”: si guarda esclusivamente al piccolo orticello.

I romani dicevano: “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur” (Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata): da troppe parti si fa “politica politicante”, da troppe parti strada dopo strada le città vengono distrutte, non solo in Ucraina, non solo in Palestina!

Eppure, in ogni cuore, in queste ore, permane un angolo affidato alla speranza.
A Roma giungeranno milioni di persone per il Giubileo e pregheranno per la pace, che non è solo quella delle armi (già sarebbe grande cosa), ma anche quella degli spiriti, della vita quotidiana, dei rapporti con gli altri e con noi stessi.

Proprio alla speranza, occorre affidarci, contando nella capacità delle donne e degli uomini che vivono su questa terra di saper, loro stessi, imporre la sterzata.

Il 2025 non può, non deve essere simile al 2024: sarebbe un fallimento, ma può e deve rivelarsi l’anno del rimbalzo, della ripresa di quei valori, mai sopiti, ai quali donne e uomini di questo mondo anelano. Nonostante tutto!


Beppe Tassone

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