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Altre notizie | 20 ottobre 2017, 19:00

Cresce il numero dei “passeur” giudicati in Tribunale e Nizza

Vi è il timore dell’esistenza di una organizzazione ben strutturata, attiva sul territorio. Condanne a “prison ferme” da parte del Tribunale con requisizione del veicolo

Tribunale Nizza

Tribunale Nizza

Il ritmo con il quale il Tribunale di Nizza sta giudicando i “passeur” fermati nei pressi della frontiera italiana, fa pensare o a una recrudescenza del fenomeno  a un “cambio di marcia” da parte della polizia di frontiera. Solo nell’ultima settimana 10 passeur sono stati giudicati a Nizza e condannati a pene variabili, quasi tutte comprendenti la “prison ferme” senza cioè il beneficio della sospensione  condizionale. Pena accessoria la confisca del veicolo utilizzato per trasportare i migranti che non verrà più restituito ai proprietari.

La verifica dei telefoni cellulari dei passeur e la visione delle registrazioni delle video camere lascia pensare che vi sia alle loro spalle un’organizzazione che sta “gestendo” il servizio di emigrazione irregolare in Francia in modo sistematico.

Pur non essendovi state esplicite ammissioni in Tribunale, è emerso, nel corso di un dibattimento, come uno degli imputati avesse a più riprese percorso la strada che collega l’Italia con la Francia, inoltre una parte degli imputati proviene da località distanti da Nizza, come Lione o Tolosa.

Tutti indizi che fanno pensare ad una organizzazione ben strutturata che sta gestendo il “traffico di persone” tra la frontiera italiana e la Francia con enormi ricavi in denaro.

Di qui linea dura della Procura nizzarda che ha portato a sentenze, pronunciate dal Tribunale, di  condanna al carcere con la pena da scontare effettivamente.  

Beppe Tassone

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