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Eventi | 31 agosto 2010, 17:00

Alla scoperta del pilou, il gioco dell'identità nizzarda

Di origine asiatica, si è sviluppato a Nizza a partire dal XII secolo

Immagine del Pilou

Immagine del Pilou

Probabilmente pochissimi di voi ne avranno sentito parlare, e saranno ancora molti meno quelli che avranno visto una partita dal vivo, tuttavia se vi trovate a Nizza o in alcuni paesi dell'entroterra nizzardo, potrebbe capitarvi di assistere ad una partita di pilou.

 Praticamente sconosciuto al di fuori della Costa Azzurra, il pilou sta riscoprendo una nuova giovinezza nel dipartimento delle Alpi Marittime dopo aver toccato l'apice del successo nell'immediato dopoguerra.

Ma cos'è il pilou? Il nome deriva dal dialetto nizzardo ed indica una faccia della moneta, più precisamente quella da 25 centesimi di franco, utilizzata nel periodo tra le due guerre mondiali. Per quanto riguarda il gioco nello specifico, il pilou è composto dalla suddetta moneta (benchè oggi si preferisca utilizzare quella da 10 centesimi) e da un pezzo di carta piegato e infilato proprio nel foro, in modo da formare un oggetto che ricorda il volano utilizzato nel badminton (vedi immagine a destra).

Il terreno di gioco non ha dimensioni predefinite: è sufficente tracciare una croce (i due segmenti solitamente hanno una lunghezza di circa 3-4 metri) e nei quattro quadrati ricavati agli angoli del “terreno di gioco” vengono disegnati quattro cerchi (di un metro circa di diametro) che servono come base di partenza per i partecipanti (vedi immagine a sinistra). I giocatori sono 4, due per squadra (benchè in alcuni casi si giochi uno contro uno) e l'obiettivo è depositare il pilou nel cerchio degli avversari colpendolo al volo con qualsiasi parte del corpo eccetto braccia e mani. In fase di attacco, vale a dire quando una squadra ha il possesso del pilou, i giocatori possono uscire dalla loro base, mentre chi difende è obbligato a restare nel proprio quadrato, da dove potrà uscire solamente quando riconquisterà il pilou. La riconquista del pilou avviene quando chi attacca non riesce a far cadere il pilou nel cerchio avversario e  lo fa rimbalzare a terra per due volte nel quadrato avversario. Chiaramente, il via di ogni azione avverrà  lanciando il pilou con le mani, quindi una volta in volo, si potrà solo colpire con piedi, gambe, testa, ecc. Non è tuttavia permesso segnare al primo colpo.

Le gare si svolgono a tempo o a punteggio, e dopo ogni punto le due squadre invertono il campo.Dal 1987, a Coaraze, nell'entroterra nizzardo si svolgono i Campionati Mondiali di Pilou e l'ultima rassgena “iridata” si è svolta nel mese di luglio. Secondo alcuni storici, una variante del pilou era praticata in Asia vari secoli prima della nascita di Cristo, mentre a Nizza si sarebbe sviluppato “solamente” a partire dal XII secolo, ragggiungendo il massimo successo negli anni '50, quando non era difficile incontrare per strada giovani nizzardi intenti a praticare questo particolare gioco.

Addirittura, nel film “Caccia al Ladro” di Alfred Hitchcok (1955), girato a Nizza, due poliziotti vengono immortalati mentre giocano proprio al pilou.Oggi, chiaramente, la maggiore difficoltà consiste nel reperire le storiche monete bucate: sono comunque già sorti diversi gruppi e associazioni impegnati a mantenere in vita e a sviluppare la pratica del pilou. Per chi volesse approfondire la consocenza di questo gioco, si possono trovare in rete anche diversi filmati a proposito.

 

Copyright foto: www.nicerendezvous.com

Mattia Rossi

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