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Altre notizie | 04 novembre 2020, 18:50

Terre del Barolo: ottima qualità dell’uva

Vendemmia 2020: ottima qualità dell’uva e grande spirito di unione da parte dei Soci per un’annata che sarà molto apprezzata per i grandi vini di Langa.

Terre del Barolo: ottima qualità dell’uva

Il lato positivo del 2020 fa rima con la parola vendemmia. Alla Cantina Terre del Barolo la raccolta dei grappoli è terminata da poche settimane ed il bilancio è estremamente positivo, sia a livello di qualità dell’uva, che di spirito di unione tra i soci viticoltori.

2020: UN’OTTIMA ANNATA.
Uve sane ed equilibrate a livello organolettico, soci soddisfatti per alte aspettative sulle diverse denominazioni che saranno immesse sul mercato. «La qualità dei grappoli - dichiara il direttore tecnico Daniele Ponzo - permette di affermare che la vendemmia in generale è stata ottima. Il Nebbiolo nelle sue varie denominazioni ed il Barbera hanno toccato davvero picchi elevati e, in prospettiva, l’annata di questi vini sarà ottima, se non eccellente. Per i vini bianchi ci sono davvero ottime basi su cui lavorare sia sugli spumanti che sui vini fermi. In questo difficile 2020 finalmente possiamo sorridere un po’, la natura in questo caso ha premiato il lavoro dei nostri soci, In particolare con un autunno mite di giorno e fresco la notte che ha favorito una maturazione ottimale anche per le varietà più tardive come il Nebbiolo».

2020: LE TESTIMONIANZE DEI SOCI SU UNA VENDEMMIA DALL’ATMOSFERA SPECIALE.
Nei giorni di conferimento delle uve si respirava un’atmosfera diversa dal solito, finalmente più positiva, testimoniata dalle parole dei soci che hanno confermato il loro attaccamento alla Cantina Terre del Barolo considerata, in generale, un punto di riferimento importante per il territorio, una realtà capace di unire le persone per valorizzare i vini delle Langhe. E la vendemmia è un momento speciale per tutti, molto atteso, vissuto con intensità.
In quei giorni è stato come dimenticare le difficoltà del Covid19, per vivere alcune ore importanti nell’economia sociale della cooperativa. E alcune testimonianze confermano tutti questi aspetti: «La vendemmia è un momento davvero significativo per noi soci viticoltori - affermano Sergio Roggia e Elio Fenocchio - che si affronta con impegno, un po’ di tensione e tanta allegria». Parole confermate da Anna Brezza e Pierangelo Ferretti: «Una vendemmia come questa premia il nostro lavoro che viene apprezzato anche dalla stessa Cantina Terre del Barolo di cui siamo parte, realtà importante per tutti noi e per l’immagine delle Langhe nel mondo del vino».
Giuseppe Gallo, Marinella Adriano, Graziella Adriano, Marcella Ghì, Luca Cogno, Tommaso Carichino sottolineano l’aspetto sociale della cooperativa: «La vendemmia per la Cantina ha un risvolto sociale importante perché unisce le persone ed esalta la collaborazione. Siamo contenti anche per questo: un lavoro che si affronta tutti insieme con lo spirito della festa».

In risalto anche i sentimenti che nascono tra i soci nei confronti di Terre del Barolo, come si capisce dal pensiero comune dei Fratelli Gallo, di Gianni Germano, Monia Rullo, Fabrizio Conterno, Maurilio Viberti: «La Cantina è fondamentale per il territorio, una realtà seria, sempre attenta alle nostre esigenze, che ci supporta tutto l’anno in tutte le nostre attività. Siamo una grande famiglia, in cui si vivono sentimenti di unione, amicizia, collaborazione e passione contadina».

Il direttore Stefano Pesci dichiara: «Avevamo tanti timori prima della vendemmia, in questa annata storta per i motivi che tutti conosciamo, e che hanno colpito il mondo intero nelle sue varie attività e nella salute di molte persone, pienamente fugati dalla generosità della natura che ci ha donato attraverso le mani esperti dei nostri soci viticoltori delle uve straordinarie».

Il presidente Paolo Boffa afferma: «La natura non ha avuto bisogno di “indossare la mascherina”, e ci ha regalato una vendemmia favolosa. Una grande soddisfazione che è la base per ripartire in questo anno difficile. Mosti di qualità per una buona annata che sarà ricordata sicuramente non solo per il Covid19, e che speriamo possa essere presto degustata di nuovo in compagnia degli amici. La definisco la “vendemmia dell’abbraccio”: guardiamo al futuro in questo modo».

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