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Altre notizie | 12 luglio 2022, 14:45

Quali sono i pilastri per un’azienda vincente? Il punto di vista di Happily

Quali sono i pilastri per un’azienda vincente? Il punto di vista di Happily

Per alcuni, cambiare lavoro è visto come una vera boccata d'aria fresca, per altri come un rinnovamento, come l'inizio di una nuova vita. Per altri ancora, cambiare lavoro è un modo per andare avanti, per evolvere in una nuova posizione, nuove responsabilità. All'inizio di questa voglia di cambiamento e riqualificazione, troviamo spesso ragioni comuni, che portano ad un rifiuto della posizione attuale, ad un disimpegno del dipendente, e al desiderio di evolvere verso qualcos'altro, di trasferirsi in un'altra organizzazione .

Quali sono i motivi che spingono i dipendenti a riqualificarsi e a lasciare il posto di lavoro?

All'origine del desiderio di cambiare professione, settore, di reinventare il proprio lavoro, c'è la rottura con la propria azienda, con il proprio manager, con il proprio lavoro e non solo.

Quindi quali sono le vere ragioni che spingono i dipendenti a lasciare il lavoro?

Nella nostra vita ci sarà capitato certamente di conoscere qualcuno che si è licenziato, che fosse il nostro collega seduto alla scrivania a fianco, oppure l’amico d’infanzia che continua a rimbalzare tra un’azienda e un’altra poiché sempre insoddisfatto. Può essere successo anche, che quel qualcuno fosse una persona che abbiamo introdotto noi stessi in azienda, formandola con cura e attenzione, e su cui avevamo puntato molto, oppure che quel qualcuno avesse addirittura il nostro nome e cognome. In queste dinamiche di licenziamento si introducono anche tutti quegli avvenimenti che non rientrano nel cerchio di influenza di un’azienda, per esempio possono inserirsi a spada tratta aspetti familiari, trasferimenti, o necessità differenti. Ma non è tutto! Tutti abbiamo i nostri valori personali, che cerchiamo di incarnare quotidianamente. In genere sono questi valori che ci guidano, che in parte dettano il nostro comportamento, le nostre reazioni, il nostro stile di vita. Ma troppo spesso, quando si affronta il tema dei valori professionali durante una discussione, i valori dell'azienda sono ben lontani da quelli del dipendente.

Alcuni dipendenti invece si annoiano al lavoro

Che ciò sia dovuto ad una mancanza di interesse per il proprio lavoro, ad essere sottovalutati e non avere abbastanza lavoro da fare, la noia sul lavoro è mortale! Letale per la motivazione, mortale per il coinvolgimento, mortale per gli investimenti e infine mortale per il morale. Di fronte alla noia, abbiamo solo due soluzioni: affrontarla e trovare un modo per tenerci occupati, oppure cambiare lavoro.

Al contrario, possiamo trovarci di fronte a un carico di lavoro gigantesco
Non importa da che parte giri la testa, non importa quante ore trascorri in ufficio, hai sempre una montagna di compiti da svolgere e, naturalmente, per ieri. Il superlavoro è una fonte di stress per il dipendente e, se dura, questo superlavoro avrà un impatto negativo sulla motivazione, il coinvolgimento e le prestazioni del dipendente e potenzialmente porterà anche al burnout. Se essere oberati di lavoro e affrontare le emergenze sta diventando la norma, forse è il momento di vedere se l'erba è più verde altrove.

Infine, quando un conflitto si trascina tra un manager e un dipendente (che sia un conflitto di personalità, metodi di lavoro o una visione non condivisa della squadra), finisce sempre con le dimissioni del dipendente, prima o poi. Non spetta ai dipendenti adattarsi al modo di gestire, ma al manager adattare il proprio modo di gestire ciascun dipendente. Abbiamo tutti motivazioni diverse, non reagiamo tutti alle stesse leve e ciò che funziona per uno non funzionerà necessariamente per un altro.

A questo punto, si può dire che l’impresa possa ritrovarsi “spalle al muro” in quanto, il fatto che un lavoratore lasci il lavoro, non dipenda da motivazioni legate solo a contesti esterni al lavoro, ma al clima aziendale e ogni aspetto vissuto quotidianamente, che porti una persona ad allontanarsi e a voler trovare un altro impiego, ed in questo caso potrebbe essere colpa dell’azienda.

Quale deve essere, quindi, lo scopo principale di un’impresa?

Se vogliamo dirla in termini iperbolici, si può sostenere che ciascuna azienda dovrebbe perseguire l’obiettivo di sentirsi ugualmente soddisfatta, anche quando una persona sceglie di abbandonare il lavoro. Insomma, solamente se una realtà ha dato il cento per cento nei confronti dei propri lavoratori, se li ha ascoltati e se ha cercato di sopperire alle loro esigenze fin quando possibile, allora può sentirsi ugualmente felice, per quanto dispiaciuta, anche di fronte ad un licenziamento. “Ho fatto tutto quello che potevo fare, sono contento!”, sono le parole che dovrebbero venire a mente all’Amministratore Delegato, con un sorriso sulle labbra, nel momento in cui qualcuno decida di intraprendere un altro percorso al di fuori della propria realtà.

Quali sono, dunque, i fattori principali affinché un’impresa possa sentirsi felice ed essere sicura di aver dato il massimo?

Bisogna garantire quattro principi: Innovazione continua di processo e di prodotto; Welfare inteso come benessere del lavoratore a 360°; Sostenibilità in azienda e Formazione continua

Innovazione continua di processo e di prodotto

L’innovazione è l’applicazione concreta di un’invenzione o di un’idea. Essa riguarda, quindi, un prodotto o processo che garantisca risultati e benefici migliori, contribuendo quindi al progresso dell'azienda. La domanda che deve sorgere spontanea all’interno di un’azienda è: come posso sopravvivere e come posso stimolare i miei lavoratori se non seguo l’andamento dell’innovazione? Dato che l’innovazione può variare quanto a campo di applicazione, tempi di realizzazione ed impatto organizzativo, proprio per questo, le aziende devono sviluppare in anticipo la loro ricerca ed innovarsi, per poter migliorare i loro processi interni, i loro servizi ed i loro prodotti, rimanendo così al passo con i tempi e dimostrandosi una realtà dinamica e pronta al cambiamento. Intraprendendo questo percorso di sviluppo, anche i lavoratori saranno più motivati, più curiosi e più stimolati e disposti a lavorare per in un’azienda che non si ferma mai.

Welfare inteso come benessere del lavoratore a 360°

Si parla sempre di più del benessere sul lavoro e del suo interesse a motivare i dipendenti, ma perché negli ultimi anni è apparsa nelle aziende la necessità di creare veri e propri piani di benessere sociale? Come funziona il benessere sul lavoro e come attuare concretamente i piani di benessere sociale?

Il motivo per cui oggi c'è bisogno di benessere sul lavoro è dovuto allo sconvolgimento nel mondo del lavoro: la tecnologia ha trasformato il modo di lavorare delle aziende e delle persone, cambiando i ritmi di lavoro ed il dispendio di energia (come alti livelli di concentrazione, preparazione, specializzazione…). Le persone sono cambiate rispetto a decenni fa, oggi le persone sono più istruite, informate e consapevoli. Siamo inevitabilmente di fronte a una società che ha cambiato i propri bisogni, esigenze e aspettative: le persone ora hanno il desiderio di vivere una vita più confortevole e soddisfacente per compensare le esigenze di tempo, energie e pensieri che dedicano continuamente alla propria attività durante le loro giornate lavorative.

Welfare significa quindi fare un passo verso i propri dipendenti con investimenti volti al loro benessere e comfort. Il welfare non è un aspetto puramente organizzativo, gestionale o economico attraverso lo sgravio fiscale, ma è la consapevolezza da parte del datore di lavoro di confrontarsi con una nuova azienda, una nuova era di lavoro.

Le aziende sono chiamate a rivedere e ripensare a come incentivare, premiare e valorizzare le proprie risorse in modo che scelgano di impegnarsi nella propria missione. Portando motivazione, idee, creatività e volontà di partecipare in definitiva alla missione dell'azienda. Il welfare aziendale aiuta quindi le aziende a diventare consapevoli, organizzate e proattive nell'implementazione di soluzioni per coinvolgere, supportare e premiare le proprie risorse e queste, grazie a questi incentivi, si sentono integrate in un vero e proprio sistema che ruota attorno alla propria vita.

Sostenibilità in azienda

La sostenibilità in azienda è un insieme di azioni e politiche volte al rispetto dell'ambiente e allo sviluppo sostenibile della società. Il suo obiettivo principale è orientato allo sviluppo e alla maturità delle sue attività. Dovrebbe ridurre gli impatti negativi delle operazioni interne sul prodotto finale. Inoltre, è un approccio che crea valore a lungo termine, implementando una strategia aziendale che tenga conto di tutte le dimensioni dell'operazione di un'azienda in ambito etico, sociale, ambientale, culturale ed economico. Formula anche strategie per creare un business che promuova la longevità attraverso la trasparenza e il corretto sviluppo dei dipendenti.

Ma quanto conta la sostenibilità aziendale?

È fondamentale praticarla per creare un'immagine positiva dell'azienda presso il consumatore e ottenere un vantaggio competitivo. Vale a dire che la maggior parte dei consumatori si sta rivolgendo sempre più a prodotti ecologici. Essere green migliora certamente l’immagine aziendale e permetta di scavalcare qualche competitor, ma bisogna anche focalizzarsi sull’importanza che questo argomento possa avere internamente, tra i propri lavoratori.

La sostenibilità sta diventando necessaria anche come metro di giudizio per chi sceglie di iniziare o di continuare a lavorare in una determinata impresa, ed è una tematica troppo importante per non essere affrontata in un ambiente di lavoro.

Formazione continua

Lo sviluppo nel mondo professionale è sempre più importante. Un'azienda deve sapere come affrontarlo. Deve utilizzare metodi per sviluppare le capacità occupazionali e lavorative di tutti i dipendenti dell'azienda; al fine di raggiungere gli obiettivi. Lo sviluppo professionale di un'azienda è più facile quando i dipendenti hanno la sensazione di appartenere all'azienda. La formazione in un'azienda migliora la competitività della sua attività. Anche il mantenimento del personale in azienda è un importante vantaggio offerto dalla formazione professionale. I vantaggi sono numerosi, sia per il dipendente che per l'azienda stessa. La formazione continua dei dipendenti consente loro di acquisire nuove competenze e qualifiche e di approfondire le proprie conoscenze nel proprio lavoro per poter raggiungere gli obiettivi prefissati dall'azienda. La formazione continua consente ai dipendenti di ottenere velocità ed efficienza nel proprio lavoro. La formazione continua consente inoltre ai dipendenti di acquisire maggiore sicurezza e autonomia nel proprio lavoro, soprattutto quando vengono reindirizzati ad altri compiti e altri progetti. La formazione continua può essere qualificata come preparazione a possibili cambiamenti nell'azienda (cambiamento di attività o lavoro, occupazione di un nuovo lavoro o di una nuova posizione, ecc.).

A questi principi fondamentali che consentono di rendere un’azienda felice e di migliorare sotto vari aspetti, va aggiunto un ingrediente segreto: dare importanza alle generazioni.

Questo concetto funge come da collante di quanto detto fino ad ora, e va applicato in ogni contesto ed in ogni circostanza. Le aziende oggi si trovano ad affrontare una situazione senza precedenti, ovvero la presenza simultanea di diverse generazioni: baby boomer, generazioni X, Y e Z...

Pertanto, bisogna prestare più attenzione alle persone in azienda, al loro benessere, ma anche alla loro età e alla loro generazione, perché non si può e non si deve standardizzare un principio, ma lo si deve rendere flessibile a seconda della persona a cui ci si rivolge. Per riuscire in questa transizione demografica, gli imprenditori dovranno saper gestire le diverse competenze e aspettative di queste diverse generazioni. Il principale vantaggio del mix intergenerazionale dei team è la complementarità. I team più produttivi sono quelli formati da soggetti diversi e complementari, in condizioni di lavoro ottimali. La diversità promuove un trasferimento di know-how, dimostra un'organizzazione ricca e diversificata e contribuisce a migliorare le prestazioni dell'azienda.

Se desiderate saperne di più su quali siano le qualità che un'azienda debba possedere per non perdere i propri collaboratori, vi consigliamo di visitare la pagina Web di Happily.

Questa azienda, nata nel 2017, dall’idea imprenditoriale di Gianluca Caffaratti, è specializzata nello sviluppo di Piani Welfare Aziendale e progetti di Benessere Organizzativi.

Ad oggi Happily è il quarto player del settore con oltre 500 clienti attivi in ben 18 regioni d’Italia.

L’azienda offre supporto al cliente durante tutto il corso dello sviluppo del piano Welfare, dalla gestione delle convenzioni all’erogazione dei benefit per i collaboratori.


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