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Altre notizie | 02 luglio 2019, 19:00

Quando il diavolo fa la pentola…

Due ladri alleggeriscono del portafoglio il Procuratore della Repubblica di Nizza sotto l’occhio di quattordici videocamere: già condannati a un anno di prigione senza condizionale

JeanMichel Prêtre, Procuratore della Repubblica di Nizza

JeanMichel Prêtre, Procuratore della Repubblica di Nizza

Avranno un anno per meditare, in carcere, sul fatto che, anche nel mondo dei ladri, quando ci si mette di mezzo la sfortuna è difficile passarla liscia.

Si tratta di due albanesi, intorno alla quarantina, che la sera dello scorso 21 giugno, intorno alle 19,30, si aggiravano nei pressi del palco della festa della musica a poche ore dall’inizio delle manifestazioni.

Gruppi di persone e di turisti si accalcavano per le fotografie di rito o anche solo per curiosità, vi era anche un gruppo di persone che non si capiva bene cosa stessero facendo, ma da come erano vestite…il portafoglio in tasca dovevano averlo.

Così i due ladri, in cerca di vittime, hanno individuato il soggetto da alleggerire e non ci hanno pensato due volte.
Il fatto è che pensare due volte o contare fino a dieci, in certi casi, servirebbe…eccome!

Detto fatto hanno alleggerito la loro vittima e si sono allontanati velocemente.
Il fatto è che la vittima altri non era che JeanMichel Prêtre, il Procuratore della Repubblica di Nizza, sul posto proprio per verificare le misure di sicurezza a poco tempo dall’inizio di una manifestazione alla quale avrebbero partecipato 30 mila persone e che, tra le misure di sicurezza da verificare, vi erano pure le quattordici videocamere di sorveglianza.

Il procuratore si é subito accorto del furto subito. Risultato: individuazione dei due ladri quasi in tempo reale. Poco dopo, mentre già la musica si diffondeva nel centro di Nizza, i due si sono trovati con le manette prima in commissariato e poi in carcere.

Il resto sta bel codice penale: processo per direttissima, richiesta da parte del Procuratore di Grasse di diciotto mesi di carcere e condanna a dodici di “prison ferme”.

A poco sono valse le scuse presentate durante il processo e anche il richiamo alla “sfiga” e magari anche un po’ alla dabbenaggine.

In ogni caso…un anno per meditare sull’importanze della “buona stella”!


Beppe Tassone

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