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Altre notizie | 30 settembre 2022, 07:00

Nizza, la natura si ribella: un complesso immobiliare in costruzione sprofonda di 16 centimetri

La causa è il prosciugamento del terreno sottostante per consentire di realizzare fondamenta e pavimentazioni all’asciutto. Pompati da un solo cantiere 47 milioni di litri d’acqua riversati poi in mare e i cantieri sono decine…

Avant- Scène, Nizza - Foto tratta dal sito ufficiale

Avant- Scène, Nizza - Foto tratta dal sito ufficiale

I più pessimisti ipotizzano un “disastro” annunciato, altri si limitano a puntare il dito su un nuovo e ulteriore “sgarbo” fatto all’ambiente, fatto sta che un grandissimo complesso immobiliare che sta nascendo alle Grand-Arénas di Nizza, il nuovo quartiere non distante dall’aeroporto, è sprofondato di 16 centimetri.

Il fatto è ineluttabile e va ben al di là del cedimento fisiologico di tutti i grandi edifici, al punto che i lavori sono diminuiti di molto e la consegna a fine 2023 non più certa.

La causa sarebbe da ricercarsi nella necessità di prosciugare il terreno sottostante per consentire di realizzare fondamenta e pavimentazioni all’asciutto.
Questo obiettivo ha costretto a pompare l’acqua presente nelle falde dell’area circostante il Var per trattarla e poi riversarla in mare.

Si calcola, stando alle rilevazioni degli esperti, che il solo cantiere (limitrofo al complesso l’Avant Scène, che ha ceduto i 16 centimetri) di realizzazione del nuovo polo intermodale da parte delle ferrovie francesi, avrebbe “prosciugato” 47 milioni di litri di acqua.
I cantieri sono tantissimi e il quantitativo di acqua pompata per poi essere gettata in mare potrebbe risultare esorbitante.

Nella zona vi è anche il cantiere di prolungamento della Voie Mathis, ma la Métropole Nice Côte d’Azur si è affrettata a comunicare di non aver dovuto pompare acqua.
In ogni caso l’effetto del pompaggio di enormi quantitativi di acqua dalle falde sotterranee il risultato potrebbe rivelarsi disastroso in una zona di radicale trasformazione nella quale convivono nuove costruzioni con vecchie abitazioni.

Altra ipotesi che viene fatta è che a causare lo sprofondamento potrebbe essere stato un effetto concomitante da ricercarsi nel pompaggio d’acqua per il cantiere del l’Avant Scène e nel peso del fabbricato stesso, un colosso di 36 mila metri quadrati.
Fatto sta che nel complesso immobiliare i lavori ora vanno avanti molto a rilento e che sono presenti esperti, ufficiali giudiziari e tecnici per valutare le cause.

Sarà, molto probabilmente, un tribunale a mettere un poco di chiarezza, intanto, però, una questione appare del tutto chiara: l’ambiente, tanto per cambiare violentato, ha presentato un altro conto, alquanto salato…




Beppe Tassone

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