Nasce il Bistrot anche in provincia di Cuneo. Strizzando l’occhio alla vicina realtà francese e copiandone in parte funzioni e requisiti, questi locali commerciali sono simili alle botteghe di paese di un tempo, dove si trovava di tutto, insomma dei market in miniatura. In più però, con una conduzione familiare e a due passi da casa, la bottega era – ed è ancora – un punto di aggregazione per gli abitanti dei piccoli comuni e anche un punto di riferimento per avere informazioni e servizi. Attraverso un progetto transfrontaliero per dar vita – e marchio – ai “Bistrot di paese" - sono scesi in campo tre enti che fanno parte di questo territorio: Camera di Commercio con i Gal Langhe e Roero e Mongioie, per l’entroterra ligure la Provincia e la Cciaa di Imperia nonché la Provincia di Savona ed infine il Conseil général des Alpes Maritimes per la Francia.
Il riconoscimento di “Bistrot di paese” viene concesso a quelle strutture che hanno requisiti ben definiti: sono in comuni con meno di 500 abitanti, raggruppano in sé quello che di solito si trova in strutture diverse come negozio e non solo di alimentari, ristoranti o piccoli alberghi. Il loro è un ruolo multifunzionale, che serve anche per accogliere e dare informazione ai turisti, valorizzando il territorio e le sue produzioni più tipiche.
Il Bistrò racconta la storia di quel comune, dei suoi abitanti e affonda e le sue radici nella realtà del paese e delle sue tradizioni. Presto una delegazione di giornalisti italiani e francesi faranno un “educational tour” per conoscere più da vicino queste particolari realtà.
Per ora sono sette i Bistrot di paese, presenti nell’area del Cebano e Monregalese, nonché nell’Alta Langa. Panetterie, ristoranti, alberghi, bar: da Cigliè a Vicoforte, passando per Montaldo Mondovì e Paroldo.
I bistrò oggi, come le botteghe in passato, sono presidi di tutela e salvaguardia del territorio, che valorizzano le tradizioni e le produzioni di qualità