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Altre notizie | 30 ottobre 2020, 07:00

Attentato di Nizza, la città reagisce con fermezza e unità (Foto)

Nizza non è una città ferita e nemmeno offesa, chi conosce la città e ne apprezza la multi etnicità, sa che certi atti al massimo deludono perché portano indietro nei secoli, perché nulla hanno a che fare con i tempi che stiamo vivendo. Fotoservizio di Ghjuvan Pasquale

Immagini ieri in Avenue Jean Médecin a Nizza (foto di Ghjuvan Pasquale)

Immagini ieri in Avenue Jean Médecin a Nizza (foto di Ghjuvan Pasquale)

C’é tanta gente, tenuta a distanza dalla polizia, mentre il presidente Macron, giunto in Avenue Médecin alle 14, di fronte alla Cattedrale di Notre Dame pronuncia parole rivolte a tutti i francesi: “Ancora una volta un attacco terroristico ha preso di mira il nostro Paese. Tre nostri connazionali sono caduti a Nizza. Chiaramente è la Francia ad essere attaccata. Siamo attaccati per i valori che ci appartengono. Non cediamo a nessuno spirito di terrore”.

Frase che unisce la Francia e che a Nizza suona in maniera ancor più convincente.

La città, vittima dell’attentato del 14 luglio 2016, vive per la seconda volta una giornata contraddistinta dal sangue innocente.
Tre persone che, di primo mattino, si trovavano all’interno di una chiesa in pieno centro, mentre all’esterno le persone si recavano al lavoro nella strada più esclusiva di Nizza, rappresentano una nuova ferita incisa nella carne di una città che interpreta da sempre la filosofia di vita dei francesi.

Laica, culturalmente aperta a tutti: una città votata al progresso, all’innovazione, al turismo che si trova a dover fare i conti con interpretazioni fondamentaliste della religione, con “falsi valori” inculcati nelle menti deboli di persone di giovane età e di indubbia debolezza mentale.

Sarà l’inchiesta a dire se il terrorista di origine tunisina (giunto da poco in Francia dopo essere sbarcato ai primi di ottobre a Lampedusa) che ha ucciso 3 persone e ne ha ferite altre ha agito da solo, sotto l’infatuazione di appelli alla rivolta apparsi sulle reti sociali nelle ore precedenti o se vi è una strategia ben più complessa.

Sarà la Procura dell’anti terrorismo, che si occupa dell’attentato, a dire se un filo lega l’attentatore alle centrali terroristiche mondiali o se ci si trova in presenza di un atto folle, suscitato da quale infatuazione e dall’effetto malsano dell’utilizzo sconsiderato delle reti sociali.

La realtà è comunque che quei valori di laicità, di rifiuto dei fondamentalismo, di rispetto delle idee, di tutte le idee, che fanno della Francia una nazione “libera” nel senso più stretto ed elevato della parola, non stanno bene a chi cerca di nascondere l’assenza di idee o basse mire dietro l’odio religioso e l’anatema “fai da te” pubblicato su qualche rete sociale.

Nizza non è una città ferita e nemmeno offesa, chi conosce bene la città e i suoi abitanti, chi frequenta la sua gente e ne apprezza la multi etnicità, sa che certi atti al massino deludono perché, come in una macchina del tempo, portano indietro nei secoli, perché nulla hanno a che fare con i tempi che stiamo vivendo.

La città è stata chiamata a prove durissime in questo maledetto 2020, dal Covid alla tempesta Alex, dal crollo del turismo all’attentato di ieri, ma è una città che sa reagire e che lo fa con la dignità di chi crede nei valori propri della Costituzione francese, in quelli della libertà, della fraternità e dell’uguaglianza.

Per dirla con Emmanuel Macron: “In Francia c'è una sola comunità: è la comunità nazionale. Dobbiamo unirci e non cedere allo spirito di divisione. Occorre fermezza, unità ".


Beppe Tassone

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