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Eventi | 16 agosto 2021, 16:40

Sanremo è la terra de “Il lupo e la sua ultima caccia”: l’ex poliziotto Diego Costacurta torna con la sua ultima fatica letteraria

L’intervista all’autore in attesa dell’uscita, prevista per agosto

Sanremo è la terra de “Il lupo e la sua ultima caccia”: l’ex poliziotto Diego Costacurta torna con la sua ultima fatica letteraria

Si definisce “sociologo, suonatore di contrabbasso, ‘massacane’, contadino, politicamente schizofrenico”. A tutti gli effetti, affidandosi alla fredda cronaca degli eventi, Diego Costacurta è invece un ex cuoco ed ex poliziotto, conosciutissimo nella sua Sanremo e che ha sempre coltivato la passione della scrittura.

Nei mesi del lockdown ha prodotto “Quando le parole attendono sull’uscio”, ora torna in libreria con “Il lupo e la sua ultima caccia”, una serie di racconti liberamente ispirata alla vita (oscura e non solo) sanremese.
L’uscita dell’ultima fatica letteraria di Diego Costacurta è prevista per agosto e, nel frattempo, abbiamo incontrato e intervistato l’autore nell’attesa di leggere la sua ultima opera.

Dopo aver pubblicato scritti di altri, questa volta esci con una produzione a tuo nome. Sentivi il bisogno di raccontare qualcosa in prima persona?
“Non è esattamente il mio primo lavoro individuale, è uscito in precedenza il libro “In piedi sui pedali  un viaggio tra il sensibile ed il razionale”, il racconto di un viaggio in bicicletta che mi ha visto coprotagonista con un amico professore nell'attraversare mezza Italia, partendo appunto da Sanremo per raggiungere attraverso l'antica via Francigena Roma caput mundi. Un viaggio che racconta  la tensione  tra gli opposti  di due visioni individuali, appunto la ragione sensibile e quella razionale che nella magica Eraclitiana racconta di un paese in divenire . Nasce invece durante il periodo di quarantena il desiderio di rompere quella coltre pesante  di terrore prodromo di un cambiamento paradigmatico dove a primeggiare fosse la bio politica, funzionale alla preservazione della vita strettamente biologica, elidendo di fatto la relazione. Ho scritto un racconto e a questo ho legato una selezione tra i molti che ho ricevuto, dopo un accorato appello sui social . Da qui il tentativo analitico del materiale ricevuto e assemblato (poesie, racconti, vignette, fotografie) e poi il via alla distribuzione, riservando l'incasso all'associazione ‘aMarti’ che si occupa di sostenere i genitori di bambini con malattie croniche. Ora il Lupo!”.

Nel tuo ultimo lavoro c’è molto di te, sentivi la necessità di raccontarti?
“C'è sempre molto di me in ogni lavoro. Non ci sono necessità assolute, solo il desiderio di regalare una prospettiva diversa, filtrata dall'insieme di cultura soggettiva e a oggettiva, dal contesto e dal tempo che sono variabili di un'equazione sociale il cui risultato ci appartiene”.

Nell’incipit leggiamo che i riferimenti a persone, luoghi ed eventi realmente esistiti sono opera dell’immaginazione dell’autore. Ma è realmente così? Quanto c’è di vero?
“I fatti attingono a piene mani dal reale per quel che concerne strettamente la cronaca della nostra città. I personaggi sono invece la sommatoria di stereotipi che la struttura sociale ci impone e che conservano le caratteristiche ravvisabili in tutti i ‘gruppi’ e non mi si consideri per questo strettamente strutturalista, preferisco rifarmi a una visione Foucoltiana”.

Cosa pensi, realmente, del rapporto tra le istituzioni, i cittadini e le forze di polizia?
Che cosa pensi io? Beh, questo lo si potrà desumere  nella lettura, forse in parte anche nella prefazione che è curata dal filosofo Alberto Guglielmi Manzoni che ringrazio pubblicamente per aver prestato la sua indiscussa cultura e qualità ad attenzionare “Il lupo e la sua Ultima Caccia””.

È questa davvero la tua ‘ultima caccia’ o ci dobbiamo aspettare altro?
“Ultima mia caccia? Giammai! sto lavorando ad un nuovo libro “L'ombra e il suo padrone” ma di questo avremo i tempi e i modi per parlarne”.

Diego Costacurta

Nasce cuoco, ma dopo aver quasi ucciso due camerieri maldestri, colpevoli di aver contato male i piatti nei quali si serviva un imbarazzante risotto agli asparagi dal Nostro preparato, passa ad essere rappresentante delle forze dell'ordine. Pur non rinnegando periodi di quasi banditismo sui monti dell'estremo Ponente Ligure, si converte alla vita tranquilla: sposato, due figli (i quali hanno dal padre uno “splendido carattere” ereditato), un cane, un maiale, pressione alta, reflusso gastrico. Oggi vaga confuso: sociologo, suonatore di contrabbasso, ‘massacane’, contadino, politicamente schizofrenico.

Pietro Zampedroni

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