L’inflazione e la pandemia «pesano» pesantemente e incidono sulle disponibilità finanziarie, non solo delle famiglie, ma anche delle imprese.
Il comune di Nizza é, a tutti gli effetti, un’impresa, anche di notevoli proporzioni con i suoi dipendenti inseriti nell’organigramma della Métropole e con i tanti uffici, dalla Mairie principale a quelle annesse ai servizi sparsi sul territorio.
Il bilancio é stato votato a inizio anno, quando non erano prevedibili né la crescita inflattiva, né gli effetti della guerra in Ucraina.
Effetti che vanno ad aggiungersi a quelli provocati da due anni di pandemia che hanno fatto lievitare le spese del settore socio assistenziale.
I conti non tornano più: questo sta accadendo non solo a Nizza, ma un po’ in tutto il mondo.
Il lievitare dei soli costi energetici incide pesantemente sui trasporti pubblici, sui servizi offerti sul territorio e sull’illuminazione.
Che fare?
La ricetta che si sono dati in municipio é semplice quanto drastica: non rinviare l’esecuzione di alcuna delle grandi opere destinate a caratterizzare il futuro della città, incidere sulla qualità della vita e preparare la strada al 2028 quando la città spera di essere insignita del titolo di capitale europea della cultura.
E allora é stato dato il via ad una pesante azione di «tagli intelligenti» alla spesa, incidendo nel profondo là dove é possibile e, contemporaneamente allungando la durata del debito pubblico per cercare di renderlo economicamente sostenibile, in attesa di momenti migliori.
Nessun ridimensionamento, dunque, per le grandi opere: dal prolungamento della Promenade du Paillon all’accrescimento del verde pubblico in città, dalle piste ciclabili alla creazione di nuovi asili nido e dalle mense cittadine.
Al posto tanti tagli.
Spazio al lavoro a distanza per i dipendenti con conseguente rinuncia a circa 5 mila metri quadrati di uffici che non dovranno più essere illuminati, riscaldati in inverno e resi vivibili in estate e mancata sostituzione di quanti accedono alla pensione.
Non solo: riduzione del parco veicolare a disposizione dei dipendenti e controllo attivo dei centri di spesa.
Il tutto con l’obiettivo di recuperare, nel solo 2022, mediante i tagli, 20 milioni di euro, quelli che mancano all’appello a causa dell’inflazione e della pandemia.
L’opposizione é sugli scudi, lamenta l’allungamento del debito di 2 anni e 3 mesi avvenuto a partire dal 2020 con un indebitamento complessivo passato da 370 milioni di euro a 413 milioni di euro.
La replica é precisa: il 97% del programma di opere pubbliche e di interventi sulla qualità della vita é stato rispettato: «Noi andiamo avanti, inflazione, pandemia e difficoltà finanziarie vanno affrontate, ma non devono bloccare i progetti!».