Sotto al palazzo in cui abita un grande scrittore, cadono all'improvviso, dall'alto, alcuni fogli accartocciati contenenti le brutte copie delle sue storie. Da questa fantastica casualità parte “La corsa dietro il vento” di cui l'attore Gioele Dix, all'anagrafe David Ottolenghi, è regista e interprete con accanto la giovane e bravissima Valentina Cardinali.
Si tratta di un alternarsi di vicende, personaggi, atmosfere visionarie, paradossi, sempre in bilico tra racconto fantastico e realistica rappresentazione del sentire umano, in cui l'attore milanese attinge ai racconti di Dino Buzzati, con alcuni momenti di raffinata ironia che mettono in risalto la vena comica di Dix, noto al grande pubblico anche per la partecipazione al programma televisivo Zelig.
E gli applausi non sono mancati al Théâtre des Variétés mercoledì 1 marzo in occasione della tappa monegasca dello spettacolo ispirato a Buzzati, grande scrittore e giornalista e pittore del quale nel 2022 ricorrevano i 50 anni dalla morte. Un appuntamento su iniziativa dell'Associazione Dante Alighieri di Monaco, con il patrocinio dell'Ambasciata d'Italia nel Principato.
La rappresentazione prodotta dal Centro Teatrale Bresciano in collaborazione con Giovit, in presenza dell'Ambasciatore d'Italia Giulio Alaimo, del Segretario Generale della Fondazione Prince Pierre JeanCharles Curau e della Direttrice Generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione, Isabelle Rosabrunetto e di numerose altre personalità, ha visto, dopo l'introduzione della presidente Grazia Soffici, il pubblico seguire tutto d'un fiato la carrellata di racconti e personaggi buzzatiani. Oltre a quello che dà il titolo allo spettacolo, citiamo fra i molti “La ragazza che precipita”, nel quale la giovane protagonista, Marta, si affaccia da un grattacielo piena di entusiasmo e si lascia cadere. Mentre precipita conversa con i condomini dei piani alti : “Dai balconi dei miliardari, mani galanti si tendevano verso di lei, offrendo fiori e bicchieri”, recita il testo. Ma la giovane non ha il tempo di fermarsi, poiché “m’aspettano laggiù” risponde, mentre nella sua discesa cala la notte e il freddo così come dubbi e angosce cominciano a farsi sentire... Surreale, ma puntuale rappresentazione della debolezza umana, è anche la trama de “La giacca stregata” al centro della quale vi è appunto una giacca realizzata su misura da un rinomatissimo sarto, nelle cui tasche, però, straordinariamente, si moltiplicano i soldi; l'ignaro proprietario dell'indumento magico smetterà di lavorare e farà fortuna, per poi, pentirsi scoprendo che le banconote provengono dal crimine e dalla disperazione, distruggere l'abito e cadere in una condizione miserevole. Una scoperta, quella del grande scrittore e giornalista italiano scomparso nel 1972, che Gioele Dix ha fatto all'età di 12 anni, leggendo i “Sessanta racconti”.
“In tutte queste vicende Buzzati non rinuncia mai ad accennare ai temi che ha a cuore - ci ha raccontato Dix prima di salire sul palco - come il tempo che trascorre, la difficoltà di cogliere il tempo giusto per fare le cose, il destino al quale siamo più o meno votati, la vanità di tante cose che facciamo, la passione. Buzzati non era senz'altro un ottimista. Però il contrario di ottimismo non è pessimismo nel suo caso, ma un certo realismo: la consapevolezza che le cose hanno un certo destino e che noi possiamo fare parecchio per orientare la nostra esistenza, ben sapendo però che le cose non si possono cambiare”