La Costa Azzurra chiude un capitolo turbolento: Canua Island, la piattaforma galleggiante di lusso che aveva acceso polemiche e mobilitato comitati, approda a Malta.
L’apertura è fissata per il 2026, in un contesto più favorevole a progetti di intrattenimento esclusivo.
Il concept, nato come isola itinerante per eventi e relax di fascia alta, aveva scatenato una vera battaglia in mare e a terra. Ambientalisti, operatori balneari e residenti denunciavano impatti ambientali, disturbo della quiete pubblica e concorrenza sleale verso gli stabilimenti costieri obbligati a rispettare tasse e normative locali.

Una petizione aveva raccolto 20.000 firme, trasformandosi in simbolo di resistenza contro un turismo giudicato invasivo e riservato a pochi privilegiati.
Per molti abitanti, la sua partenza è una vittoria: niente più navette a ciclo continuo, meno rumore e stop a un modello che, secondo i detrattori, restringeva l’accesso al mare a vantaggio dei più facoltosi.
La vicenda ha però lasciato dietro di sé anche uno strascico politico. L’iniziale sostegno pubblico al progetto, seguito da un repentino cambio di rotta con il blocco delle attività, è stato indicato da amministratori locali come un caso emblematico di spreco di fondi che finisce per avvantaggiare altri Paesi.
Con la rotta ormai puntata verso le acque maltesi, Canua Island archivia la sua esperienza francese.
Gli ideatori promettono una rinascita all’insegna del lusso e dell’avventura, pronta a imporsi come nuova icona dell’intrattenimento nel cuore del Mediterraneo.















