Sportel 2012. Victoria Ravva: «Gioco ogni gara come fosse l'ultima»

Reduce dal Memorial Tessitore disputato lo scorso weekend a Sanremo, la pallavolista Victoria Ravva ha partecipato a Sportel, facendo anche parte della giuria dei Golden Podium Awards. Ai microfoni di Montecarlonews, ha parlato della sua lunga carriera sportiva.

Da oltre 15 anni, la tua squadra è praticamente imbattibile in campo nazionale. Dove le trovate le motivazioni per continuare ad essere vincenti?

Io posso parlare per me stessa e dico che, siccome sono quasi alla fine della mia carriera, è importante giocare ogni partita, sia essa di campionato o di coppa, come fosse l'ultima. Voglio approfittarne, godermi a fondo queste ultime gare e soprattutto mostrare alle giocatrici più giovani che sono ancora in grado di giocare ad alti livelli. E' questa la mia motivazione per essere al top in tutte le gare.

Per quanto riguarda le motivazioni collettive, è molto importante per noi riuscire a tenere ritmi alti anche in campionato. Sappiamo che il livello medio della pallavolo francese è molto più basso rispetto a quello che incontriamo in Champions League e allora ci poniamo ulteriori obiettivi come vincere le sfide senza perdere un set. In ogni partita, abbiamo un nostro obiettivo per mantenere intatte le motivazioni, inoltre abbiamo un allenatore esigente e, in definitiva, ogni giocatrice riesce a trovare le sue motivazioni personali.

Hai parlato della fine della tua carriera. Hai già deciso il giorno del tuo ritiro?

Finisco il contratto a giugno, ma voglio comunque arrivare a fine stagione senza pensare a cosa farò dopo. Una volta finito il contratto, allora deciderò se continuare o smettere. In ogni caso, so che qualunque decisione prenderò, sarà quella giusta perchè ho vinto molti titoli e sono contenta della carriera che ho fatto. Ho già qualche idea, ma non so precisamente cosa farò dopo il ritiro. Restare in ambito sportivo sarebbe un sogno per me perchè è un ambiente che amo e che conosco bene.

Hai qualche rimpianto? Qualche trofeo che avresti voluto vincere, invece ti è sfuggito?

Forse ho il rimpianto di due Champions League perse. Soprattutto quando perdemmo la coppa, tra le mura amiche, nel 2006. Vincemmo contro Bergamo, la squadra più forte, in semifinale, ma poi fummo sconfitte da Perugia per 3-1 in finale. È sempre particolare giocare in casa... Ero infortunata prima della Final-Four, passai un periodo difficile, poi riuscì comunque a giocare ma forse, senza il mio infortunio, avremmo potuto fare qualcosa di più. Inoltre, ero incinta e mi sarebbe piaciuto poter dire che anche i miei bambini avevano visusuto quel successo, invece è andata male.

Qual è l'attuale situazione del volley italiano, in campo femminile?

E' sempre stato di alto livello ma, negli ultimi 2-3 anni, le partenze di alcune giocatrici verso la Russia o la Turchia lo hanno indebolito. La crisi economica si è fatta sentire anche in questo settore. Ci sono stati anni in cui era molto raro vedere pallavoliste italiane andare a giocare all'estero. Tutte le più grandi giocatrici del mondo giocavano in Italia. Il campionato italiano è stato il migliore al mondo per molti anni. Oggi resta tra i migliori campionati, ma trovo che il livello si sia un po' abbassato.

Hai mai avuto proposte da parte di club italiani?

Sì, anni fa ho avuto proposte di diverse squadre come Bergamo, Modena e Perugia. Non sono mai partita perchè Cannes era diventata una sorta di seconda famigia, avevano molti obiettivi e volevo aiutarli a raggiungerli. Inoltre, visto che ero andata via di casa molto giovane, non avevo voglia di ripartire nuovamente e lasciare il Cannes, che, come ho detto, rappresentava e rappresenta tutt'ora una seconda famiglia.