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Altre notizie | 17 novembre 2020, 07:00

Tunnel del Tenda : rien ne va plus?

La sua ricostruzione non pare tra le priorità, dubbi anche su un nuovo tunnel più in basso. L’effetto del “bombardamento meteorologico” subito da quell’area sarebbe tale da rendere precaria la possibilità di una ricostruzione se non a costo di spese definite dal Prefetto stesso “faraoniche”

Colle di Tenda, foto tratta dal sito della Cerema

Colle di Tenda, foto tratta dal sito della Cerema

La fotografia a corredo di questo articolo é una di quelle pubblicate dal Cerema, il Centre d’Études sur les risques, l’environnement, la mobilité et l’aménagement, l’ente pubblico che ha quale missione fornire conoscenze, informazioni scientifiche e tecniche e soluzioni innovative per i progetti che servono a migliorare le condizioni di vita.
E’ una foto che, per dirla con le parole del Prefetto delegato alla ricostruzione Xavier Pelletier, “condanna” il tunnel del Tenda a restare per lungo tempo un monumento alla forza degli elementi ed alla loro capacità distruttiva.

L’effetto del “bombardamento meteorologico” subito da quell’area sarebbe tale da rendere precaria la possibilità di una ricostruzione se non a costo di spese definite dal Prefetto stesso “faraoniche”.

In Francia si respira un’aria da “rien ne va plus”: difficile immaginare di ricostruire una strada che non c’è più in una situazione che ai tecnici appare ancora instabile.

Passata la tempesta Alex, per fortuna, non si sono più abbattute forti piogge sul territorio, ma cosa accadrà quando il maltempo tornerà a farsi sentire con la forza di cui è capace nelle aree montane?

L’impressione che si ricava nel Dipartimento delle Alpi Marittime è quella che altre strade debbano essere esperite, ma manca ancor l’interlocutore italiano, elemento essenziale per iniziare a ragionare da farsi.

Ammesso, qui sta la novità, che vi sia la volontà di “fare qualcosa”.
Il progetto del tunnel del Tenda è finanziato al 41% da Parigi e il fallimento del progetto che era in fase di realizzazione (la tempesta Alex non c’entra, gli scandali e una certa incapacità gestionale sì) fa puntare il dito su cosa potrebbe accadere a scegliere strade diverse.

Il progetto di un nuovo tunnel tra Vievola e Limone, cinque chilometri di galleria, non è scartato a priori, ma fanno paura i tempi immensi per arrivare ad inauguralo.
Si tratterebbe di una galleria parallela a quella percorsa dalla linea ferrata con grossi problemi dovuti alle falde idriche che già allungarono i tempi del ripristino della Cuneo – Nizza e che ora potrebbero rivelarsi di non semplice soluzione con un impatto notevole anche sulle falde che alimentano l’acquedotto delle Langhe.

Tra progetti, gare di appalto, consultazioni e ricorsi, si fa notare in Valle Roya, potrebbero occorrere almeno una decina di anni per partire e questo “cancella ogni entusiasmo”.

In più, lo ha sottolineato lo stesso sindaco di Tende Jean-Pierre Vassallo al momento le priorità sono altre: ripristinare i servizi, riaprire i collegamenti verso la bassa valle e la Francia, riattivare, pare il 18 gennaio, la linea ferrata, evitare il totale isolamento nei mesi invernali.

In uno scenario simile il Tunnel del Tenda passa in secondo piano.
Si guarda, in ogni caso, con speranza (ed anche con curiosità) a questa settimana quando dovrebbe essere nominato, da parte italiana, un commissario con il quale iniziare il confronto: la curiosità è dettata dal conoscere chi sarà, se un politico o un tecnico, sapendo che il suo alter ego sarà il prefetto Xavier Pelletier, persona estremamente concreta.

Si fa strada, intanto e se ne discuterà il 30 novembre, nel corso di una conferenza intergovernativa, l’ipotesi di un tunnel di tre chilometri dei quali, in parte già scavato, che unirebbe La Brigue con Triora, in Val Nervia, che servirebbe a togliere l’isolamento dell’alta valle e consentire di raggiungere il mare.
Il tunnel di 3 chilometri sarebbe stato parzialmente scavato per recuperare l’ardesia e mancherebbero circa 900 metri. Non servirebbe a collegare il basso Piemonte alla Francia, ma aprirebbe un percorso per gli abitanti dell’alta valle per i loro spostamenti verso la Costa Azzurra: si calcola che occorrerebbero 45 minuti per recarsi da La Brigue ad Arma di Taggia e il doppio per raggiungere Nizza.

Intanto una richiesta “pesa” sulla vicenda del Tenda, quella presentata dall’associazione Roya Expansion Nature che ha chiesto che la DUP (la dichiarazione di utilità pubblica) riconosciuta per il Tenda bis sia revocata per il venir meno dei presupposti: se questo dovesse avvenire sarebbe il definitivo colpo su un tunnel nato male, proseguito peggio e finito sotto la furia degli elementi che ne hanno inghiottito la strada e il futuro.


Beppe Tassone

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