Da oggi al 13 giugno 2025, la città di Nizza ospita il terzo Summit delle Nazioni Unite sull’Oceano (Unoc 3), un evento internazionale di portata storica che riunisce leader politici, scienziati e società civile per discutere la tutela e la governance degli spazi marittimi del pianeta.
Dieci giorni di incontri, dibattiti e negoziazioni per tracciare una rotta condivisa verso un futuro più sostenibile per gli oceani, in un contesto globale segnato da tensioni geopolitiche e sfide ambientali crescenti.
Una diplomazia “blu” tra scienza e politica
L’Unoc 3 si svolge in due fasi distinte ma complementari: dal 3 al 6 giugno sarà il momento della comunità scientifica, con oltre 2300 ricercatori provenienti da 112 Paesi impegnati in sessioni tematiche nel congresso “One Ocean Science”, co-organizzato dal CNRS e dall’Ifremer.
Il loro compito? Fornire raccomandazioni basate su dati concreti da trasmettere direttamente ai decisori politici, in un dialogo inedito tra scienza e diplomazia.
Dal 9 al 13 giugno, sarà il turno dei leader mondiali. Sono attese 160 delegazioni e 86 capi di Stato o di governo, con una partecipazione ancora incerta da parte degli Stati Uniti.
La sede centrale dei lavori sarà la cosiddetta "zona blu", allestita nel porto di Nizza. L’obiettivo è ambizioso: concludere il summit con l’adozione del “Piano d’Azione di Nizza per l’Oceano”, una dichiarazione politica accompagnata da una lista di impegni volontari.
Tra grandi promesse e fragili equilibri
L’Unoc 3 arriva dopo le prime due edizioni a New York (2017) e Lisbona (2022), che avevano prodotto risultati definiti “deludenti” dal Consiglio economico, sociale e ambientale francese.
Questa terza edizione è quindi considerata cruciale. La Francia, co-organizzatrice insieme al Costa Rica, intende giocare un ruolo guida, puntando su alcuni pilastri fondamentali: l’entrata in vigore del Trattato internazionale sulla protezione dell’alto mare (BBNJ), che finora ha ottenuto solo 29 delle 60 ratifiche necessarie, e un moratorio di 10-15 anni sull’estrazione mineraria nei fondali oceanici, attività considerata altamente distruttiva per ecosistemi ancora poco conosciuti.
Sul fronte delle aree marine protette, l’obiettivo globale è ambizioso: arrivare al 30% di protezione entro il 2030. Ma come ha ammesso lo stesso presidente francese Emmanuel Macron, “resta ancora molto da fare”.
Un summit aperto al pubblico
Accanto alle discussioni ufficiali, la città ha scelto di coinvolgere attivamente anche il pubblico.
Il Palazzo delle Esposizioni ospiterà “La Baleine”, uno spazio divulgativo con eventi interattivi, laboratori e incontri con scienziati, pensato per avvicinare i cittadini alle sfide legate agli oceani. Un viaggio nel cuore di un mondo ancora troppo poco conosciuto, che è però il nostro.
Un summit blindato
Con un afflusso così elevato di leader internazionali e un contesto di sicurezza globale delicato, Nizza sarà teatro di un imponente dispositivo di sicurezza.
Il piano, definito dalle autorità civili e militari francesi, prevede l’impiego di circa 4000 agenti tra polizia, gendarmeria e forze speciali come RAID e GIGN. Saranno operative misure su tre fronti: terra, aria e mare.
Nei cieli, due aerei radar Awacs controlleranno lo spazio aereo insieme a caccia militari, supportati da batterie antimissile dislocate in città. In mare, un sottomarino e una fregata della Marina pattuglieranno la baia di Nizza, con barriere anti-intrusione installate all’ingresso del porto.
Sulla terraferma, porti e vie di accesso saranno sorvegliati con la massima attenzione: si temono sia azioni terroristiche che interventi dimostrativi da parte di attivisti. Le imbarcazioni presenti nel porto sono state ispezionate a partire da giovedì scorso, mentre i servizi di intelligence sono attivi da settimane.
Chi ci sarà?
Confermata la presenza di Emmanuel Macron, atteso a Nizza subito dopo una visita ufficiale a Monaco.
Il presidente francese dovrebbe essere affiancato da Luiz Inácio Lula da Silva, leader del Brasile, Paese che ospiterà la prossima COP30 sul clima a novembre. Tuttavia, le incognite restano molte, specie in un contesto globale segnato dal conflitto in Ucraina e dal ritorno di Donald Trump sulla scena politica americana.
Un’occasione da non perdere
Il terzo Summit delle Nazioni Unite sull’Oceano rappresenta un banco di prova fondamentale per la credibilità della diplomazia climatica e ambientale.
È anche un raro esempio di convergenza tra mondo scientifico, politico e sociale.
Se l’obiettivo finale resta la salvaguardia dell’oceano globale, un ecosistema unico e interconnesso, la riuscita del summit sarà misurabile anche nella sua capacità di mobilitare la coscienza collettiva.
Perché, come ricordano gli esperti, l’Oceano è uno solo. E la sua tutela riguarda tutti.