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Ambiente | 28 luglio 2025, 19:00

Alpes Maritimes: alla scoperta del territorio. Colle della Lombarda (Foto)

Montecarlonews propone luoghi, itinerari, passeggiate alla scoperta del Dipartimento delle Alpi Marittime. Le foto sono di Danilo Radaelli

Col della Lombarda, Demonte, Isola. Fotografie di Danilo Radaelli

Col della Lombarda, Demonte, Isola. Fotografie di Danilo Radaelli

Ci sono strade che, una volta percorse, non si dimenticano. Per Danilo Radaelli, fotografo e appassionato cicloturista, il Colle della Lombarda, o Col de la Lombarde, come lo chiamano in Francia, non è solo un valico alpino che unisce l’Italia alla Costa Azzurra: è un viaggio simbolico attraverso paesaggi, fatica e meraviglia.

Dalla pianura di Fossano fino a Saint-Isidore, alle porte di Nizza, 184 chilometri in sella con 2.352 metri di dislivello e un picco a 2.347 metri. Un'impresa silenziosa, lontana dalle luci delle grandi competizioni, che racconta meglio di ogni podio la bellezza e la potenza del gesto atletico individuale.

Il Colle della Lombarda, uno dei più alti d’Europa, è un confine tracciato sulla cresta del massiccio Mercantour-Argentera, tra la Valle Stura di Demonte e la Vallée de la Tinée.

Sfidato soltanto in rare occasioni dai grandi del ciclismo, al Tour nel 2008, al Giro nel 2016, e sfiorato da Pogačar nel 2024,  rimane un gigante spesso ignorato, ma che sa premiare chi lo affronta con rispetto e spirito d’avventura.



Il lato italiano: bellezza autentica e solitudine alpina
È dal versante italiano che il Colle si rivela in tutta la sua forza. La salita comincia dopo Vinadio, imboccando la SP255. Ventuno chilometri di ascesa e tre atti distinti: l’inizio ombreggiato e serpeggiante, una tregua ingannevole prima del bivio per il Santuario di Sant’Anna di Vinadio, e infine l’ultimo tratto, che si apre tra pini e laghetti d’alta quota, dove il silenzio è interrotto solo dal respiro del ciclista.

La vista è struggente, da cartolina antica. Le Alpi Marittime qui si mostrano senza filtri: rocce nude, pascoli alti, laghi glaciali e silenzi pieni. Non stupisce che il tratto preferito da molti sia proprio l’ultimo, dove la strada si attorciglia in un nastro di asfalto tra specchi d’acqua e cielo.



Il versante francese: pendenze e cemento
Scendere verso la Francia, invece, è un cambio di scena. Dal borgo di Isola fino alla stazione sciistica di Isola 2000, la salita vista in senso inverso è altrettanto impegnativa nei numeri, 20,6 km al 7,2% di pendenza media, ma non nell’anima.

Qui la mano dell’uomo ha inciso più che altrove: quattro gallerie, tratti cementificati, l’architettura brutale degli anni ’70 che avvolge la montagna e spezza l’incanto.

Eppure anche questo è racconto. Anche questo è documento fotografico: la bellezza ferita, la montagna trasformata. Un contrasto che invita a riflettere su quanto il paesaggio possa parlare di noi, delle nostre scelte, della direzione che prendiamo.



Un viaggio, più che una scalata
Pedalare da Cuneo a Nizza attraverso il Colle della Lombarda non è un semplice itinerario ciclistico. È un viaggio attraverso due culture, due modi di abitare la montagna, due visioni del mondo. È memoria geologica e storica, è frontiera naturale e simbolica.

Danilo Radaelli ci invita, attraverso le sue ruote e il suo obiettivo, a rallentare e a guardare. A cogliere le sfumature, le salite che non passano in TV, gli incroci dove la natura si prende la scena e l’uomo resta spettatore.

Perché certe strade, una volta percorse, ti restano dentro come una fotografia riuscita: silenziosa, potente, necessaria.









Beppe Tassone

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