È vero, ormai il collagene da bere si trova praticamente ovunque (flaconcini pronti o polvere da sciogliere nell’acqua di prima mattina) ed è sicuramente un'interessante opzione per assumerlo con facilità, ma è anche giusto sapere cosa ci si versa davvero in quel bicchiere, e soprattutto, a cosa serve effettivamente.
Quel collagene da bere di solito è proteina idrolizzata, cioè spezzettata in pezzettini (peptidi) che sono più facili da digerire. Ma ciò che conta di più in assoluto è quello che c’è dentro: la fonte (bovino, pesce, pollo), quanto è puro, e soprattutto quanti grammi di peptidi attivi si buttano giù ogni volta che lo si assume. Sull’etichetta, bisogna prestare attenzione soprattutto alle seguenti informazioni:
Da dove viene (bovino per pelle/connettivi, pollo per cartilagini, pesce che si scioglie bene)
Quante cose buone ci sono davvero per ogni dose (la scritta “collagene” non è sufficiente da sola a spazzare via i dubbi).
Allergeni (se si è allergici a crostacei, bisogna assolutamente evitare quello marino).
Bollini di qualità se ci sono
La scienza cosa dice? Negli ultimi anni qualche studio interessante è uscito. Se si prendono quei peptidi ogni giorno per 2-3 mesi:
La pelle potrebbe sembrare un filo più idratata ed elastica (specialmente nelle persone che sono già oltre i 40 anni di età).
Le ginocchia dopo la corsa potrebbero “brontolare” meno (molte testimonianze forniscono recensioni positive soprattutto sul collagene di pollo a basso dosaggio, in relazione alla tutela delle ginocchia dopo una corsa).
Per quanto riguarda le ossa, le soluzioni migliori sono quelle abbinate a calcio e vitamina D
Attenzione però, nessuno studio grida al miracolo, e molti di essi sono finanziati direttamente da chi realizza i prodotti, quindi è giusto mantenere un tono critico analizzando bene il tutto, nonostante gli effetti positivi.
Le etichette non possono promettere miracoli perché la legge europea (Reg. CE 1924/2006) non consente la presenza di scritte come “riduce le rughe” o “cura i dolori”, l’unica cosa che si può leggere è che la vitamina C “aiuta a formare il collagene”. La vitamina presente supporta infatti la produzione naturale di collagene, non produce essa stessa il collagene. Leggere le etichette con questa chiave salva da tante illusioni e permette di essere ben informati quando si compiono scelte specifiche.
Come assumere collagene da bere senza diventare matti?
Scegliere un momento preciso della routine (colazione, pranzo) nel quale sia facile ricordarsi di prenderlo.
Darsi 8-12 settimane di prova seria prima di giudicare ed eventualmente continuare.
Tenersi un mini-diario (anche mentale) e chiedersi: “Oggi la pelle tira un po' di meno?” / “Dopo la camminata, il ginocchio è più tranquillo rispetto a quando non bevevo collagene?”
Se gonfia o dà fastidio, è il caso di provare a cambiare marca o fonte
Gravidanza/allattamento/malattie? Chiedere sempre al medico prima di assumere qualsiasi cosa.
Due cose che pochi dicono:
- Il collagene non è una proteina completa (manca di triptofano). Se si desidera aumentare i propri muscoli, è il caso di cercare direttamente altro.
- Non esiste nessun collagene vegetale. Le persone vegane possono puntare su integratori con i “mattoncini” per produrlo naturalmente (vitamina C, zinco, rame).
Dove non perdersi nel caos?
Quando si cercano informazioni di qualsiasi tipo, è sempre meglio affidarsi a fonti che spiegano nel dettaglio senza avere interessi diretti. Mettere a confronto studi e dosaggi su varie piattaforme che presentano anche analisi sul benessere aiuta a fare scelte informate senza cadere in "informazioni fuffa".
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