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Altre notizie | 07 marzo 2023, 07:00

Tenda bis, è davvero possibile la riapertura ad ottobre 2023?

Tanti i dubbi del territorio rispetto ad un cronoprogramma sempre confermato da Anas. Ma ci sarebbero almeno 10 mesi di ritardo, dovuti ai ritardi nella convocazione delle CIG. I lavori del ponte non sono ancora iniziati

Tenda bis, è davvero possibile la riapertura ad ottobre 2023?

Non c'è alcun cambio di cronoprogramma: ad ottobre 2023 è attesa la riapertura del tunnel di Tenda e, con essa, il tanto atteso collegamento con la Francia e con l'Imperiese, interrotto dall'inizio di ottobre del 2020, quando la tempesta Alex si portò via un pezzo di strada in uscita dalla galleria, in Francia, e devastò la valle Roya.

Nel frattempo la RD 6204, continuazione della Statale 20 in territorio francese, è stata quasi del tutto ripristinata. Il collegamento via tunnel sarà invece ripristinato ad ottobre 2023, dopo tre anni. Questo è quanto è stato sempre detto e ribadito, in tutte le sedi.

Siamo al 6 marzo 2023, a otto mesi dalla riapertura del traforo, seppur in modalità provvisoria, lo ricordiamo, perché per allora non saranno stati completati tutti gli impianti. Lo scavo della galleria procede e, stando alle previsioni, sarà completato tra fine aprile e inizio maggio. Procedono anche i lavori di rivestimento. Lo stato dell'arte, aggiornato al 2 marzo, quindi a giovedì scorso, evidenzia come a quella data mancassero 329 metri. Per rispettare i tempi, si dovrà avanzare di circa 5 metri al giorno.

Ma basteranno questi otto mesi per avere anche il viadotto transitabile, visto che all'uscita della galleria, sul lato francese, si sarebbero fatti, ad oggi, solo alcuni lavori propedeutici?

Un mese fa - era il 1° febbraio - consiglieri regionali e sindaci del territorio avevano potuto visitare il cantiere assieme al commissario straordinario Nicola Prisco. Da parte di tutti la constatazione dell'avanzamento dei lavori di scavo da un lato e della devastazione creata dalla tempesta Alex in territorio francese, là dove verrà piazzato il ponte in ferro a campata unica di 70 metri a scavalco della voragine.

Da allora, che cosa è stato fatto?

Si sa che il ponte è stato ordinato. Per il resto, nessuno sa niente. Quanto ci vorrà per installarlo, vararlo, collaudarlo? Se arrivasse ad aprile, sarebbero sufficienti 6 mesi? I dubbi, tra gli abitanti e gli amministratori della valle, sono tanti.

Il sindaco di Limone Massimo Riberi non vuole nemmeno prendere in considerazione l'ipotesi di un'apertura posticipata. "E' da anni che ascolto promesse non mantenute. Questa volta voglio essere ottimista. Non posso che credere a quanto ha sempre sostenuto Anas. Hanno garantito il passaggio, magari anche solo con un guado o un passaggio che superi la frana. Io ci voglio credere".

Meno fiducioso, invece, il sindaco di Vernante Gian Piero Dalmasso. "Non è una data plausibile con lo stato attuale dei lavori. Siamo a marzo. A quanto ne so, dall'altra parte stanno facendo le opere propedeutiche, ma nient'altro".

Germana Avena, sindaca di Roccavione, è sempre stata la più scettica sui tempi. "Non ha importanza lo stato degli scavi, quelli procedono. E' tutto il resto a preoccuparmi".

A conti fatti, c'è un ritardo di almeno 10 mesi.

La riapertura per ottobre 2023 venne infatti concordata a novembre 2021, basandosi sulla previsione della convocazione, per febbraio 2022, della Conferenza intergovernativa, chiamata ad esprimersi su tutta una serie di dettagli tecnici e operativi. Venne in realtà convocata ad aprile, quando si decise la modalità di uscita dal tunnel sul lato francese.

Poi seguirono le polemiche con il sindaco di Tenda, che disse ai nostri microfoni che se per l'avvio dei lavori del ponte fosse stata necessaria la convocazione di un'altra CIG, la cosa si sarebbe potuta fare in 48 ore.

Fu l'assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi a replicare, lo scorso agosto: "Noi italiani non siamo né stupidi né inermi. La Conferenza intergovernativa è necessaria per avviare i lavori del viadotto, sul quale i francesi hanno inviato 80 pagine di osservazioni. Sono loro che rallentano. Si sono persi mesi per la loro proposta di uscita dal tunnel con una rotonda. Vassallo non può dire il contrario né dire che una CIG si convoca in 48 ore".

Fatto sta che la Conferenza convocabile in 48 ore venne convocata solo molti mesi dopo, a dicembre 2022, quando si ribadì che a realizzare l'opera sarebbe stata Edilmaco, il consorzio che sta realizzando lo scavo. Nessuna gara europea, quindi, ipotesi che aveva fatto tremare il territorio.

Nel frattempo, i mesi sono passati. Si è continuato a scavare, certo, ma manca tutta la parte relativa al piazzale francese e al viadotto. I lavori di scavo e quelli per il ponte avrebbero dovuto procedere in contemporanea, ma così non è stato.

Come poter rispettare, quindi, la scadenza più volte ribadita da Anas?

I meglio informati, lassù al Tenda, dicono che una data plausibile potrebbe essere quella di aprile 2024: il tunnel potrebbe riaprire a senso unico alternato esattamente come prima dell'alluvione, con l'impiantistica terminata e tutti i sistemi di sicurezza attivi. Perché c'è un altro tema: la riapertura in modalità provvisoria in cosa consiste? Ad oggi non si sa. Chi si assumerebbe la responsabilità di un passaggio in un tunnel ancora interessato da lavori e non completato?

Dubbi che serpeggiano tra gli amministratori della valle. Non è più il tunnel il problema, ma il superamento della frana.

L'assessore ai Trasporti della Regione Marco Gabusi, che ha seguito sempre con grande attenzione lo stato dei lavori, ribadisce che fino a quando Anas confermerà la data dell'ottobre 2023, non avrà motivo per dubitarne. Sempre lui aveva dichiarato, a dicembre scorso, dopo la CIG: "Se le condizioni meteo o altri eventi imprevedibili dovessero rallentare il cantiere, si sta prevedendo un piano “b” che consenta di utilizzare sostanzialmente la viabilità di cantiere e quindi di mantenere ottobre 2023 come data di apertura dell’itinerario stradale".

Ma chi potrà transitare? I dubbi sono tanti. Il senatore Giorgio Maria Bergesio, sollecitato sulla questione, ha commentato: "Oggi non abbiamo formali informazioni di modifiche dei tempi. Quello che chiederò ad Anas, anche tramite il viceministro Rixi, è che ci diano rassicurazioni in merito. Serve chiarezza".

Barbara Simonelli

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