La futura stazione di depurazione Haliotis 2, destinata a trattare le acque reflue di 26 comuni del territorio metropolitano di Nizza a partire da settembre 2031, è già al centro di un acceso dibattito. Il nodo riguarda la capacità dell’impianto di eliminare i residui di farmaci e altri micropollutanti prima dello scarico in mare.
Le preoccupazioni arrivano da associazioni ambientaliste, che temono un impatto diretto sull’ecosistema marino. I residui di medicinali, provenienti da abitazioni, strutture sanitarie e attività produttive, rientrano infatti tra le sostanze più difficili da rimuovere nei processi di depurazione tradizionali.
La nuova direttiva europea sulle acque reflue urbane, approvata nel novembre 2024, prevede per la prima volta l’obbligo di ridurre la presenza di farmaci nei reflui. La norma dovrà essere recepita in Francia entro il 2027, mentre il rispetto dei nuovi standard sarà obbligatorio entro il 2045.
Il progetto Haliotis 2 prevede già un impianto pilota per sperimentare diverse tecnologie di trattamento dei micropollutanti e scegliere la più efficace. Parallelamente, la Métropole sta conducendo analisi per individuare i residui più presenti e sviluppare metodi di rilevamento più sensibili.
Tuttavia, i sistemi più avanzati comportano un impatto energetico e ambientale rilevante. Gli esperti sottolineano quindi la necessità di un equilibrio tra efficacia depurativa e sostenibilità, e indicano nella prevenzione alla fonte la strategia più efficace: dalla promozione di farmaci biodegradabili alla sensibilizzazione di produttori, distributori e cittadini per ridurre consumi e inquinamento.
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