Avviato con due consigli fondamentali, questo cammino spirituale continua a ispirarci a riscoprire la profondità della speranza che nasce dalla fede e a tradurla in gesti concreti di amore verso il prossimo.
Il primo consiglio del Pontefice risuona ancora oggi come un incoraggiamento: riscoprire e approfondire la virtù teologale della speranza, quella che non delude perché fondata sulla certezza della vita eterna e sul cuore della fede – la morte e la risurrezione di Cristo. La promessa della vita oltre la morte diventa così una realtà tangibile, che sostiene i credenti nella quotidianità e nei momenti di prova.
Il secondo consiglio di Papa Francesco è stato un appello a testimoniare la speranza nel mondo. In un’epoca segnata dall’inquietudine e dall’incertezza, i cristiani sono chiamati a diventare fari di speranza per chi vive nell’oscurità. Questo impegno, sottolineava il Papa, non può essere separato dalle altre virtù teologali – la fede e la carità – e si manifesta nella cura verso chi soffre: le vittime della guerra, i malati, i prigionieri, i rifugiati, i giovani, gli anziani e i poveri. Anche i gesti più piccoli, compiuti con cuore sincero, diventano segni di vicinanza e di amore.
Ogni Giubileo, ricordava Francesco, apre la porta alla potenza dell’amore divino. Questa forza si manifesta nelle testimonianze di fede di tutto il mondo – nella preghiera di una donna che sceglie l’amore invece dell’odio, nella forza di un giovane che trova speranza nella Parola di Dio, nei gesti di compassione che attraversano le frontiere.
Oggi, dopo il ritorno alla Casa del Padre di Papa Francesco, l’Anno Santo della Speranza rimane la sua eredità spirituale più preziosa. In tutta la Chiesa, pastori e fedeli continuano a portare avanti il suo messaggio di fede e di amore. Tra questi si distingue Mons. Dominique-Marie David, Arcivescovo di Monaco, membro della Comunità dell’Emmanuele, nominato da Papa Francesco nel 2020, che con il suo ministero discreto e profondo continua a dare vita all’invito del Papa alla speranza e all’unità.
Diventare piccole luci in un mondo spesso segnato dall’oscurità significa attingere costantemente alla sorgente della speranza, attraverso la preghiera, la comunione e l’amore vissuto ogni giorno.
Come ha pregato Papa Francesco nella Spes non confundit:
«Dio fedele, tu non hai mai dimenticato il tuo popolo… Che il tuo Spirito Santo ci doni di sperare oltre ogni speranza.»
Per la riflessione: Mons. Dominique-Marie David – Arcivescovo di Monaco (YouTube)
Con tre mesi ancora da vivere in questo Anno Santo della Speranza, la sfida che ci attende è chiara: trasformare la speranza in gesti concreti di fede, carità e testimonianza, per edificare insieme un mondo più luminoso.














