Questa notte, tra sabato 25 e domenica 26 ottobre, torna l’ora solare: alle 3 del mattino le lancette andranno spostate indietro di un’ora, regalandoci sessanta minuti di sonno in più. L’ora legale tornerà nella notte tra il 28 e il 29 marzo 2026, con il consueto “balzo” in avanti.
Un’idea nata nel Settecento
L’idea di adattare l’orario alla luce del Sole non è affatto moderna. Già nel Settecento, Benjamin Franklin, sì, proprio l’inventore del parafulmine, intuì che spostare le lancette avrebbe permesso di risparmiare energia, sfruttando meglio la luce naturale durante i mesi estivi.
In Italia, l’ora legale fu introdotta per la prima volta nel 1916, in piena Prima guerra mondiale, per ridurre i consumi. Dopo varie sospensioni e riprese, la misura divenne definitiva nel 1966. Nel 2001, l’Unione Europea ne ha uniformato l’applicazione, fissando il cambio dell’ora all’ultima domenica di marzo e all’ultima di ottobre.
L’ora “naturale” e quella “artificiale”
L’ora solare è quella che segue il ritmo del Sole, considerata l’orario naturale di riferimento. L’ora legale, invece, è una convenzione che permette di sfruttare meglio la luce nei mesi più lunghi, riducendo così il consumo di energia elettrica.
Non tutti i Paesi, però, seguono questa pratica: la Russia l’ha abbandonata, mentre altri, come alcune nazioni tropicali, non l’hanno mai adottata, avendo un numero di ore di luce pressoché costante durante l’anno.
Effetti sul corpo e sulla routine
Il cambio d’orario, sebbene di soli sessanta minuti, può provocare piccoli disturbi simili al jet lag: sonnolenza, irritabilità o alterazioni dell’appetito. Per questo il passaggio avviene sempre di domenica, così da permettere un adattamento più graduale.
Un’ora in meno di luce… ma più riposo
Con l’arrivo dell’ora solare, le giornate sembreranno accorciarsi: il tramonto arriverà prima, ma la mattina sarà più luminosa. Un cambio che segna simbolicamente l’ingresso nell’inverno e che, per una notte, ci regala un’ora di sonno in più.
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sabato 06 dicembre














