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Ambiente | 27 ottobre 2025, 08:00

Nizza, sotto la Coulée Verte scorre il pericolo: il Paillon tornerà a fare paura?

Mentre il Comune esalta la funzione “salvifica” del nuovo parco in caso di piena, gli oppositori denunciano ritardi, studi mai pubblicati e un rischio idraulico sottovalutato da decenni

Inaugurazione della Coulée verte di Nizza, ottobre 2025

Inaugurazione della Coulée verte di Nizza, ottobre 2025

A guardarlo oggi, il Paillon sembra un fiume addomesticato. Coperto per gran parte del suo percorso, scorre silenzioso sotto la celebre Coulée Verte, il grande polmone verde che attraversa il centro di Nizza. 

Eppure, dietro la calma apparente, riaffiora un interrogativo inquietante: basterà davvero il parco a proteggere gli abitanti dalle acque in caso d’inondazione?

Il sindaco, durante l’inaugurazione dell’estensione della Promenade du Paillon, ha assicurato che questa grande distesa vegetale potrà, un giorno, attenuare gli effetti di una piena, offrendo spazio all’acqua e limitando i danni. Una visione ottimista che però non convince tutti.



Da anni, alcuni ex amministratori e attivisti locali mettono in guardia contro il rischio di una piena del Paillon. 

Ricordano che, sebbene non si sia mai verificata una catastrofe recente, la minaccia è tutt’altro che teorica. 

Nel 2009, la città aveva persino organizzato una simulazione di emergenza per testare la capacità di risposta dei servizi pubblici in caso d’alluvione.

Il nodo principale, sostengono i critici, è la copertura del fiume: finché il Paillon resterà confinato sotto cemento, il pericolo non potrà dirsi davvero scongiurato. 

A pesare, inoltre, è la lentezza con cui procede la revisione del PPRI (Piano di Prevenzione del Rischio di Inondazione) di Nizza-Paillon, risalente al lontano 1999. 

Le ultime analisi disponibili datano addirittura al 1996, un’epoca in cui il cambiamento climatico non aveva ancora imposto la sua urgenza.

Un decreto prefettizio del 2020 aveva dato il via alla revisione del piano, ma, secondo i detrattori, il Comune non avrebbe rispettato le scadenze, costringendo la prefettura a intervenire nuovamente nel gennaio 2025. 

Di conseguenza, nessuno saprebbe oggi con certezza quali siano i reali livelli di rischio per il centro cittadino.

C’è poi un’altra questione che fa discutere: perché demolire il Teatro Nazionale e il complesso Acropolis, ma lasciare intatti edifici come il liceo Apollinaire e il Palais des Expositions, considerati tra i più esposti in caso di esondazione? 

Una scelta che suscita perplessità e alimenta il sospetto che, sotto la Coulée Verte, il vero problema resti ancora sommerso,  proprio come il fiume che scorre sotto i piedi dei nizzardi.



Beppe Tassone

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