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Business | 13 gennaio 2017, 06:02

Apparecchi da intrattenimento : tutto quello che si deve sapere da un punto di vista fiscale

L'attività del gestore, quindi, comporta un dispendio di risorse e di energie ed un costante pericolo di perdita di danaro dato che il gestore è tenuto a rispondere personalmente dei vari movimenti al concessionario

Apparecchi da intrattenimento : tutto quello che si deve sapere da un punto di vista fiscale

Si è già detto, più di una volta, che gli apparecchi da intrattenimento, e quindi non i vari casino online con bonus, non sono solo “gioco”, ma anche applicazione aziendalistica per poterli gestire. Infatti, le apparecchiature che investono la gestione di danaro contante, rappresentano un impegno complesso, oneroso ed anche rischioso a carico dei cosiddetti “terzi raccoglitori”, poiché le dette apparecchiature sottointendono una ingente movimentazione di cassa, generata da ogni singolo apparecchio, che sia Awp oppure Vlt. L'attività del gestore, quindi, comporta un dispendio di risorse e di energie ed un costante pericolo di perdita di danaro dato che il gestore è tenuto a rispondere personalmente dei vari movimenti al concessionario. Le perdite eventuali si possono imputare a due principali motivi ben distinti: il primo, e più banale, riguarda i furti e le rapine che avvengono abbastanza frequentemente presso gli esercizi dove vengono collocate “le macchinette”. Tali reati comportanto la denuncia alle Forze dell'Ordine e la ricostruzione ed il dettaglio della perdita subita. Il secondo motivo riguarda, invece, gli eventuali ammanchi che giornalmente si verificano a danno dei raccoglitori: sono dovuti all'errore umano, l'imperizia, il malfunzionamento tecnico dei cambiamonete ed altre anomalie possibili che possono raggiungere nell'arco del mese importi considerevoli, posto che l'uscita errata di poche monete da ciascun apparecchio può, alla fine, generare differenze alquanto significative. Tali perdite sono sicuramente complesse da monitorare tenuto sempre conto il volume di raccolta di monete da gestire nell'arco della giornata. Il gestore, quindi, dovrebbe essere attrezzato strutturalmente in modo adeguato al fine di conteggiare frequentemente tali scostamenti ed alla rilevazione del residuo della raccolta che dovrà essere riportato in una distinta apposita con il conteggo fisico del danaro al momento del deposito o presso la sede, o presso la banca. Ogni differenza che il gestore rileverà, periodicamente, dovrà essere documentata da un “verbale di riconciliazione”, sottoscritta da colui che effettua il controllo e dall'operatore che ha eseguito l'incasso e la contabilità iscriverà tali differenze a decremento dello stato patrimoniale. Così facendo l'azienda eviterà i sempre maggiori ed ingiustificati scostamenti tra le poste contabili della cassa e le giacenze effettive. Per quanto, poi, attiene la deducibilità fiscale di questi ammanchi non esiste una norma specifica che regoli la questione. Per principio generale si prevede che queste perdite siano deducibili solo che risultati da certi e precisi elementi che consentano di risalire con esattezza alla perdita definitiva. A supporto del diritto alla deduzione viene in aiuto la risoluzione dell'Agenzia delle Entrate del 2010 quando, intervenendo su questa precisa questione, relativamente al settore della grande distribuzione ed alle numerose transazioni commerciali effettuate giornalmente attesta che sono inevitabili le insorgenze di differenze di cassa dovute a scontrini errati per fare un esempio, agli arrotondamenti, a piccoli furti e ad altri “onconvenienti” non facilmente documentabili. Trattasi questa di una situazione assimilabile a quella delle Awp, Vlt e casino online migliori con i medesimi presupposti di “obiettiva riferibilità” della perdita all'esercizio di impresa, nonché di “inevitabilità” della stessa quale componente fisiologica dell'attività. L'Agenzia ha riconosciuto quindi la deducibilità fiscale degli ammanchi, tra gli oneri diversi di gestione, laddove gli stessi siano documentati da appositi verbali di riscontro, ma come detto deve trattarsi assolutamente di importi di modesto ammontare quotidiano, rapportati alla mole di danaro in capo al gestore ed assolutamente insignificante in rapporto al suo volume di affari.

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